Comitato Cittadini Correggio Via la Nebbia

Correggio Via la Nebbia

TRASPARENZA OGGI E DOMANI

 

In questa pagina diamo conto delle nostre attività. Nelle altre pagine del sito potete trovare le varie informazioni e documentazioni da noi raccolte sul caso En.Cor. Dati che saranno utili per capire meglio la vicenda man mano che verrà fatta la chiarezza che auspichiamo.

ATTIVITA' 2013-2014

ATTIVITA' 2015-2016

ATTIVITA' 2017-2018

ATTIVITA' 2014

16 aprile 2014

 

Nostro comunicato stampa

(qui a lato)

Commissario, ci faccia sapere!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

4 aprile 2014

 

La Corte dei Conti ci ha comunicato che l'Esposto da noi presentato il 4 dicembre scorso è in fase istruttoria.

 

Vedi lettera a lato.

 

 

COMUNICATO STAMPA - 16 aprile 2014  -

 

Commissario, ci faccia sapere !

 

Il nostro esposto

 

L’esposto che il nostro Comitato ha presentato alla Corte dei Conti e che risulta essere in fase di esame presenta la documentazione di tredici aspetti che possono configurarsi come danno erariale. Ricordiamo che una recente pronuncia della Corte di Cassazione ha chiarito che è competenza della Corte dei Conti indagare anche sulle società partecipate dai comuni.

Dei tredici casi di possibile danno erariale ricordiamo:

- la cessione gratuita di beni e terreni pur nella consapevolezza dell'imminente vendita di Encor;

- Le lettere di patronage rilasciate dal Comune alle tre banche;

- il pagamento dello stipendio pieno al direttore generale, anche se questi dedicava almeno la metà del proprio tempo alla "cura" di Encor;

- il minor valore di En.Cor al momento della vendita dovuto a gravi errori di gestione;

- la costituzione della società SOER, rapporti tra Comune, Encor, SOER ed ESA, vendita delle quote di SOER ad Encor.

 

Trasparenza oggi

 

Su alcuni quotidiani locali sono uscite notizie relative alle procedure fallimentari e al contenzioso con le Banche.

Crediamo che il commissario straordinario dott.ssa Cogode dovrebbe informare i cittadini nel merito.

In particolare emergono alcuni interrogativi:

1. E’ vero che ad oggi la sola banca che ha chiesto l'escussione del proprio debito al Comune (facendo valere le lettere di patronage) è la San Felice?

2. E’ avviato formalmente il procedimento giudiziario con la Banca San Felice conseguente?

3. E’ vero che le altre due banche hanno richiesto la restituzione del debito SOLO ad En.Cor (quindi riconoscendo come debitore solo En.Cor), e non hanno fatto nessuna mossa nei confronti del comune?

4. Nel momento in cui le due banche fossero annoverate dal giudice tra i creditori di En.Cor , cesserebbe automaticamente l'eventuale validità delle lettere di patronage?

Ovvero, fino a quando possono farle valere?

 

E’ legittimo che noi cittadini siamo informati di quel che succede?

O il commissario non è tenuto agli stessi doveri di comunicazione di un sindaco eletto?

                                                       Comitato Correggio Via la Nebbia

                                                                        comitato@vialanebbia.it

Comunicato stampa - 8 marzo 2014

 

 

Chiediamo ai candidati sindaci ...

 

Sulla vicenda En.Cor è calato un silenzio quasi si trattasse di una storia che ormai appartiene al passato.  Abbiamo appreso dai giornali che En.Cor  è fallita e qualche giorno prima la Banca Popolare S.Felice 1893 ha citato in giudizio il Comune di Correggio, chiamandolo a rispondere dei debiti di En.Cor nei suoi confronti (circa 10,7 milioni di euro) “garantiti” dalle lettere di patronage rilasciate dal Comune stesso.

 

Quest’ultimo ha giustamente deciso di opporsi, nominando un proprio collegio di difesa.

Insomma, la battaglia giudiziaria contro il nostro Comune è cominciata; preso scopriremo se alla Banca S.Felice si aggiungeranno anche la BNL e il Banco Popolare, che assieme alla prima vantano crediti per oltre 28 milioni di euro.

 

E’ certo, quindi, che il Comune si ritroverà ad affrontare una causa legale lunga, dispendiosa e di esito incerto fino alla sua conclusione.  Questo comporta che già da quest’anno chi amministrerà Correggio dovrà prevedere a Bilancio l’accantonamento di cifre importanti per poter far fronte ad eventuali condanne.

 

Soldi che mancheranno per garantire l’attuale livello di servizi e prestazioni (già diminuito negli ultimi anni a causa delle leggi nazionali) e/o andranno reperiti attraverso un inasprimento delle tasse o tariffe locali.

 

Inoltre: cosa succederà dei beni dell’ex En.Cor che verranno messi all’asta dal curatore fallimentare, comprese  centrali già operanti o comunque autorizzate, compresi i terreni ceduti gratuitamente dal Comune e ora persi definitivamente dalla collettività?

 

E’ accaduto, insomma, quanto avevamo previsto mesi fa. Non perché fossimo dei preveggenti, ma perché per non ammettere che questo era il probabile esito occorreva essere ciechi o voler negare e nascondere la realtà delle cose.

 

Di chi è la responsabilità politica di tutto questo?

 

In primo luogo di coloro che hanno governato Correggio; in primis l’ex Sindaco Iotti, ovviamente, ma la vicesindaca, gli assessori, i consiglieri comunali, i dirigenti del PD dov’erano?

 

Anche i consiglieri comunali di minoranza hanno delle responsabilità: a chi spettava controllare criticare ed eventualmente denunciare l’operato della maggioranza? Altrimenti cosa ci stavano a fare in Consiglio Comunale?

 

Di eventuali colpevoli sul piano contabile, amministrativo o penale chiediamo si occupino le procure competenti. A questo fine abbiamo presentato ormai più di tre mesi fa un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti, poi trasmesso per conoscenza anche al Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, avendo appreso dalla stampa della sua intenzione di aprire un fascicolo “informativo” sulla vicenda En.Cor. Auspichiamo che la nostra richiesta, che riguarda una città intera, non resti troppo a lungo disattesa.

 

Riteniamo che chiunque si candidi a governare Correggio debba fare seriamente i conti con la vicenda Encor, senza pensare di cavarsela con qualche frase o ammissione di circostanza: saremo qui a controllare e a denunciare.

 

Chiediamo ai candidati sindaci e alle relative Liste di esprimersi pubblicamente su queste nostre precise richieste:

 

1. Rendere pubblici tutti gli atti relativi alla vicenda En.Cor.

Ricordiamo che NON sono ancora stati pubblicati documenti come:

- Il rogito della vendita delle quote di ENCOR e tutti i documenti collegati;

- La documentazione che AMTRADE Italia srl ha presentato in sede di gara;

- La corrispondenza con le banche in merito alle lettere di patronage.

Abbiamo INVANO fatto tale richiesta di pubblicazione SIA all’amministrazione dimissionaria CHE al Commissario Prefettizio dott.ssa Cogode.

 

2. Impegnarsi  a svolgere una seria indagine amministrativa interna sulla vicenda Encor, e se emergeranno zone d’ombra a segnalarle alla magistratura.

 

3. Impegnarsi a costituire il Comune come parte civile qualora si arrivasse a qualche processo legato a tale vicenda.

 

4. Riconsiderare la classificazione dei terreni ceduti ad Encor, che era stata cambiata nell’estate scorsa con deliberazioni del Consiglio Comunale per andare incontro alle richieste di Amtrade.

 

5. Rendicontare e quantificare il danno per la nostra collettività e di conseguenza presentare un esposto alla magistratura contabile per danno erariale.

 

6. Riformulare, con un percorso partecipato, un nuovo Piano energetico comunale.

 

7. Impegnarsi ad una piena trasparenza (anche facilitando l’accesso dei cittadini alle informazioni) dell’attività amministrativa dell’Ente e delle società partecipate a maggioranza, apportando a tal fine apposite modifiche allo  Statuto e ai Regolamenti comunali.

 

Inoltre invitiamo i cittadini di Correggio:

1. A non sostenere i candidati e i partiti che in questa vicenda hanno mostrato lacune sia nell’azione di governo che in quella di controllo;

2. A negare il sostegno ai candidati che per diversi anni hanno assistito senza reagire  a questo progressivo fallimento;

3. A negare il sostegno ai candidati e ai partiti che non hanno saputo o voluto rispondere alla domanda: come è potuto succedere a Correggio tutto ciò? Risposta che è fondamentale e necessaria a far sì che non si ripeta di nuovo.

 

Invitiamo i cittadini ad essere maggiormente attenti e partecipi, a prendersi a cuore il bene comune, a dedicare un po’ del loro tempo alla cura della città, anche chiedendo di essere messi in grado di valutare e di prendere parte alle scelte che li riguardano come collettività.

 

Ringraziamo tutti coloro che hanno sostenuto il Comitato, che ci hanno messo il nome e la faccia,

che hanno consentito di spezzare il clima di malcelata intimidazione, che hanno consentito di spezzare l’ipocrisia di riverenza verso chi ha potere, e di poter finalmente gridare, come nella favola di Andersen, “Il Re è Nudo!”.

 

Correggio 8 marzo 2014     Comitato Cittadini Via la Nebbia

8 marzo 2014

 

Nostro comunicato stampa

"Chiediamo ai candidati sindaci ..."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

8 Febbraio 2014

 

Siamo intervenuti all'incontro:

 En.Cor, Centrali a biomasse e a biogas. E adesso? Un cambiamento è necessario

Promosso da SEL di Correggio

 

ore 16.00

Sala Conferenze Palazzo Principi

Correggio

 

25 gennaio 2014

 

Nostro comunicato stampa a seguito della notizia del fallimento di En.Cor.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

16 gennaio 2014

 

Nostro comunicato stampa che informa sul colloquio che una nostra delegazione ha avuto con il Commissario straordinario del Comune di Correggio, dott.ssa Cogode. Incontro gentilmente concesso anche per consegnarle una copia del nostro Esposto alla Procura della Corte dei Conti.

 

 

14 gennaio 2014

 

Una nostra delegazione ha incontrato il Commissario straordinario del Comune di Correggio, dott.ssa Cogode, e le ha consegnato una copia del nostro Esposto alla Procura della Corte dei Conti.

 

 

Comunicato stampa - 25 gennaio 2014

 

En.Cor: fallimento economico, fallimento politico, fallimento etico.

 

La società En.Cor srl è fallita. Anche se era ampiamente prevedibile, avremmo preferito sbagliarci. La sua ufficializzazione non ci riempie di soddisfazione, bensì di sconforto e indignazione, ma anche di voglia di reagire.

 

Adesso il danno per la nostra città è certificato.

I terreni e altri valori del Comune ceduti gratuitamente ad En.Cor (per un valore di circa  5 milioni di euro) sono irrimediabilmente persi. Ricordiamo che la cessione di gran parte di tali terreni (del valore di 3,6 milioni) è avvenuta nel dicembre 2012, quando En.Cor era ancora pubblica ma era ormai arcinoto che la legge imponeva di venderla entro pochi mesi. Chi ha firmato o approvato quegli atti come li giustifica ora? E’ convinto di aver agito per il bene della città?

Così come il pericolo che il Comune debba far fronte in toto o in parte ai debiti di En.Cor verso le banche diventa ancora più grave. Cosa hanno da dire adesso coloro che, ad esempio, hanno approvato un bando di gara per la vendita della società che non rendeva obbligatorio che l’acquirente si assumesse davvero l’onere di tali debiti, ovvero con garanzie accettate dalle banche creditrici? Pensano ancora di aver fatto il bene della città? Ci daranno ancora degli irresponsabili per aver denunciato questa clamorosa criticità?

 

Adesso è davvero il momento delle responsabilità.

A partire da quelle politiche che sono, in primo luogo e soprattutto, di chi ha governato la città e ha prodotto questo fallimento.

Che sono di chi – come l’ex Sindaco Iotti – nel maggio scorso si diceva soddisfatto e orgoglioso di questa vendita che avrebbe portato a Correggio sviluppo e occupazione.

Ma che sono anche del PD, che fino a due mesi fa ha appoggiato pienamente l’operato dell’Amministrazione Comunale, peraltro governata da uomini e donne che erano totalmente (nel caso della Giunta) o in maggioranza assoluta (nel caso del Consiglio) espressione di tale partito. Mentre a chi, come noi, chiedeva trasparenza e verità venivano riservate solo parole sprezzanti e gratuite accuse di disfattismo: adesso sappiamo chi in realtà ha “disfatto” la nostra città.

 

Speriamo che arrivi presto anche il momento della verifica di eventuali responsabilità personali (contabili, amministrative e penali) in questa vicenda. Auspichiamo che il nostro esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti abbia un seguito. Cosi come ci auguriamo che la Procura della repubblica di Reggio Emilia, se ancora non l’ha fatto, dia “un’occhiata” a questa penosa e disastrosa vicenda.

 

                                                   Comitato Correggio “Via la nebbia”

 

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COMUNICATO STAMPA - 16 gennaio 2014

 

Una delegazione del nostro Comitato

ha incontrato il Commissario provvisorio

del Comune di Correggio

 

Si è svolto martedì mattina 14 gennaio l’incontro fra alcuni rappresentanti del nostro Comitato e la Commissaria prefettizia del Comune di Correggio dott.ssa Adriana Cogode, che era accompagnata dalla sub-commissaria dott.ssa Paola Spatuzza.

 

In primo luogo abbiamo ringraziato la dott.ssa Cogode per aver risposto positivamente e in modo sollecito (considerando il suo recente insediamento e la situazione straordinaria in cui si trova ad operare) alla nostra richiesta di incontro. L’ex sindaco Iotti, viceversa, in quattro mesi non aveva mai sentito la necessità di rispondere alle nostre richieste di informazioni e tanto meno di convocarci per discuterne.

 

Dopo averle esposto sinteticamente le ragioni per cui è stato costituito il Comitato e l’attività fin qui svolta, le abbiamo consegnato, per conoscenza, copia dell’esposto che abbiamo presentato lo scorso 5 dicembre alla Procura regionale della Corte dei Conti, nel quale abbiamo sottolineato 13 punti dell’operato dell’Amministrazione comunale e della società En.Cor che ci sembrano degni di attenzione da parte di tale Organo; tra l’altro, ci ha incoraggiato in questa nostra iniziativa la recente sentenza della Corte di Cassazione a proposito della “estensione” della competenza dell’attività di controllo della Corte dei Conti anche sulle società controllate dai Comuni.

Copia di tale esposto, nelle scorse settimane, l’avevamo trasmesso, per conoscenza, anche al Procuratore della repubblica di Reggio Emilia, avendo appreso dalla stampa della sua intenzione di aprire un fascicolo “informativo” sulla vicenda En.Cor.

 

Abbiamo inoltre chiesto alla  dott.ssa Adriana Cogode di adoperarsi, durante il breve periodo in cui rimarrà Commissaria a Correggio, affinché:

 

• sia fatta un’opera di trasparenza ed informazione ai cittadini sugli sviluppi della vicenda, in particolare sul carteggio e sulle trattative con le banche creditrici, nonché sui rapporti con la nuova proprietà di En.Cor;

• siano pubblicati sul sito internet del Comune ulteriori documenti che le abbiamo elencato. Nei mesi scorsi, sotto la pressione della nostra campagna per la trasparenza sostenuta da oltre mille cittadini, il Comune era stato costretto a pubblicare una prima serie di documenti inerenti En.Cor. Alla Commissaria abbiamo chiesto di rendere pubblici altri documenti che riguardano procedimenti amministrativi già conclusi e che quindi avevano e hanno tutti i crismi per potere essere pubblicati, ma che la passata amministrazione si era invece sempre rifiutata di rendere noti con la scusa di non voler  irritare il nuovo proprietario;

• siano seguite con la massima attenzione le attività di En.Cor, ora in mani private ma che necessariamente continua ad avere  una strettissima connessione con gli interessi presenti e futuri della nostra città. Gli elementi per essere preoccupatissimi sono diversi. Dopo la vendita ad Amtrade Italia, En.Cor ha smesso di pagare alle banche le rate dei mutui (che ammontano a circa 28 milioni ed erano stati concessi grazie alle ormai famose lettere di patronage rilasciare dal Comune). Tutti abbiamo avuto modo di constatare “visivamente” che le attività di costruzione delle nuove centrali si sono fermate ormai da mesi. Dopo il bilancio 2012, in rosso per 3,8 milioni (che ha portato la perdita complessiva dal 2008 a più di 7 milioni), ci pare che le prospettive per il futuro di En.Cor siano nerissime. Da ultimo corre voce che En.Cor stia vendendo almeno una parte dei terreni (del valore di 3,6 milioni) che il Comune le aveva conferito gratuitamente nel dicembre 2012 (quando era ancora pubblica ma era ormai arcinoto che la legge imponeva di venderla entro pochi mesi), con la possibilità che il Comune, alla fine della fiera, debba far fronte ai debiti di En.Cor nel frattempo diventata una scatola vuota.

 

Di fronte a questa situazione molto preoccupante, abbiamo invocato la necessità che ci sia qualcuno, segnatamente l’Amministrazione comunale, che tenga sotto controllo con tutti i mezzi questi processi e che informi i cittadini. Insomma, pur nella straordinarietà della gestione commissariale, la vicenda En.Cor  non può essere messa fra parentesi in attesa delle elezioni amministrative. Tanto più in una situazione nella quale i partiti sia di maggioranza che di opposizione sembrano preoccuparsi solo dell’individuazione dei futuri candidati sindaci.

Da parte nostra abbiamo assicurato la Commissaria, e altrettanto facciamo coi cittadini, che faremo tutto quel che possiamo per tenere accesa l’attenzione su tali questioni.

 

Nel corso della successiva discussione, che si è svolta in un clima cordiale e non burocratico, la dott.ssa Cogode ci ha assicurato di essere pienamente consapevole della delicatezza e dell’importanza della vicenda En.Cor, pur essendo ancora in una fase di approfondimento delle sue conoscenze in merito. Ha sottolineato il valore di Comitati rappresentativi dei cittadini, dichiarandosi aperta all’ascolto e a una leale collaborazione.

“Con l’incontro di oggi - ha concluso – ritengo si sia aperta una strada di confronto e di dialogo nel rispetto delle rispettive competenze e funzioni”

 

                                                     Comitato Correggio Via la Nebbia

 

 

ATTIVITA' 2013

10 dicembre 2013

 

 

 

Abbiamo reso pubblico il Bilancio 2012 di En.Cor srl

(di proprietà al 100% del comune di Correggio)

non appena pubblicato dalla Camera di Commercio.

Bilancio che il comune ha sempre tenuto segreto.

 

In questo Bilancio si viene a conoscenza che

nel solo 2012 En.Cor

ha perso 3 milioni e 871 mila euro!

 

nella nostra pagina "FATTA TRASPARENZA SU:"

 

 

 

6 dicembre 2013

 

 

 

Nostro comunicato stampa:

 

"Come è potuto succedere a Correggio?

Abbiamo presentato un Esposto

alla Corte dei Conti"

 

vedi il comunicato in "La nostra Petizione"

 

 

 

5 dicembre 2013

 

 

Abbiamo presentato alla Procura della

Corte dei Conti di Bologna

UN ESPOSTO

 

con dettagliati diversi punti

a nostro avviso degni di approfondimento.

 

NOVEMBRE 2016

COMUNICATO STAMPA - 10 Novembre 2016

 

Ribadiamo: su En.Cor la trasparenza è possibile, se si vuole

Ormai quasi quotidianamente sulla stampa vengono riproposti aspetti legati alla vicenda Encor che definire imbarazzanti è poco.

Spesso si tratta di questioni che come Comitato Via la Nebbia  avevamo segnalato all’opinione pubblica nell’estate-autunno 2013 e che poi inserimmo fra i 13 fatti oggetto dell’esposto che, alla fine di quell’anno, inviammo alla Corte dei conti e per conoscenza anche al Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia.

Dai debiti con le banche garantiti con lettere di patronage forti alla cessione di beni patrimoniali dal Comune a Encor poche settimane prima che venisse avviata la procedura di vendita, dal pagamento di olio vegetale prodotto in Romania e mai arrivato a Correggio alle intricate vicende della ditta Soer, dagli investimenti in Senegal senza che sia mai arrivata neppure una banana alle modalità della vendita di Encor ad Amtrade, per citare alcuni dei fatti segnalati nel nostro esposto.

In questi giorni meritorie indagini giornalistiche hanno aggiunto particolari che rendono ancora più scandalose quelle vicende e improrogabile arrivare finalmente a capire cosa è successo nel grande buco nero Encor.

I giornali ci hanno informati che sono aperte indagini da parte sia della Procura della Corte dei Conti di Bologna sia della Procura della Repubblica di Reggio, anche sulla base del nostro esposto. Questo è molto importante e auspichiamo che queste indagini approdino poi all’individuazione di precise responsabilità.

 

Ma, al di là degli eventuali risvolti illegali, è evidente che dentro e intorno ad Encor si sono verificati fatti e comportamenti gravi e deprecabili anche sul piano morale e politico, incompatibili con una corretta e trasparente gestione di un Ente pubblico e di una sua società partecipata.

Promuovere un’azione di verità dovrebbe essere un  dovere categorico innanzitutto per chi ha avuto allora e continua ad avere oggi un ruolo di governo della città. Purtroppo fin qui, al di là di altisonanti quanto vuote parole sulla trasparenza, da questa parte non è giunta nessuna iniziativa seria in tal senso. Ad esempio, negli ultimi tempi hanno detto di voler perseguire i responsabili di questa situazione, ma hanno promosso qualche causa o denuncia per passare dai proclami ai fatti? Sono arrivate invece reprimende per chi, come noi, continua a chiedere che sia fatta luce su quella vicenda.

 

Dobbiamo dire, però, che neppure i gruppi consiliari di minoranza vanno oltre comunicati e dichiarazioni sui giornali: noi pensiamo che invece potrebbero fare ben di più, ad esempio, come abbiamo proposto qualche mese fa, promuovendo l’attivazione di uno strumento istituzionale che è a disposizione.

 

Lo Statuto del Comune, infatti, all’art. 16-comma 1, stabilisce che “il Consiglio Comunale può istituire commissioni di indagine, di controllo e di garanzia sull'attività dell'Amministrazione”.

Ci chiediamo: questo strumento è stato scritto per fare bella figura o perché potesse effettivamente essere utilizzato? Se come ci auguriamo è vera la seconda ipotesi, i partiti e gruppi politici presenti ora in Consiglio Comunale non pensano che sia il caso di utilizzarlo per indagare su una vicenda così grave come En.Cor, almeno finché è rimasta una società controllata al 100% dal Comune?

Crediamo che una risposta a questa domanda - sia da parte del gruppo di maggioranza che di quelli di minoranza - sia doverosa, non tanto verso il nostro Comitato, ma verso i cittadini.

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

 

NOSTRO COMUNICATO  7 Novembre 2016

 

Il Direttivo PD di Correggio difende l’Amministrazione attuale,

ma dimentica le proprie responsabilità del disastro En.Cor.

 

A seguito del Comunicato diffuso dal Direttivo del PD di Correggio, vogliamo far notare:

 

Cosa disse il PD di Correggio nell’agosto 2013:

“Oggi qualcuno la sa lunga e chiede addirittura le dimissioni del sindaco (Marzio Iotti - ndr) e della giunta. Il PD invece conferma la fiducia al sindaco e alla giunta e ha condiviso il percorso che ha portato alla vendita di En.Cor … Siamo inoltre certi che l’amministrazione con correttezza e trasparenza saprà fare questo sforzo nelle sedi istituzionali opportune e saprà dare le risposte adeguate agli interrogativi ed alle domande”

(Direttivo Pd 28.8.2013)

 

Cosa disse il PD di Correggio nell’ottobre 2013:

“Il nostro gruppo consigliare è impegnato al fianco dell’amministrazione a garantire che si continui a far chiarezza sui fatti e gli eventuali errori gestionali commessi e per questo restituisce al mittente tutte le strumentalizzazioni sulla mancanza di trasparenza”

(Gruppo consiliare PD, “Correggio parliamone” ott-nov 2013)

 

Cosa dice il PD di Correggio oggi 5/11/16:

“Non accettiamo lezioni di trasparenza da alcuno … Stigmatizziamo con forza chi spera per speculazione politica nel tanto peggio tanto meglio, noncurante dei disagi che potrebbero ricadere sui cittadini nel caso in cui l’amministrazione dovesse essere chiamata a risarcire il debito diversamente da come è immaginato. E’ un atteggiamento, quello di chi tifa contro l’amministrazione senza rendersi conto che significa tifare contro Correggio, che i correggesi hanno già capito e che non premieranno mai”

(Direttivo Pd 5.11.2016)

 

Sono passati tre anni: oggi il disastro Encor provocato dall’Amministrazione PD che ha governato Correggio dal 2009 al 2013 è noto perfino ai sassi, fra debiti con le banche e cessioni varie finora esso è costato ai correggesi 772 euro a testa (neonati compresi), su quelle vicende sono in corso indagini della Procura di Reggio e della Corte dei Conti di Bologna.

Nonostante tutto questo, il PD, invece di fare autocritica e chiedere scusa ai correggesi, si presenta con la stessa immutata arroganza a difendere  la propria Amministrazione di turno e a “stigmatizzare” come irresponsabile chiunque non sia d’accordo con il suo operato: chi lo critica lo fa o perchè “non si rende conto” o perché è un traditore della patria. Ieri come oggi.

Manca poco che dicano che se aumenteranno le tasse sarà colpa non di chi ha fatto i debiti ma di chi li ha denunciati.

Come Comitato Via la Nebbia siamo ben orgogliosi di aver criticato la precedente maggioranza PD e aver contribuito - con la nostra campagna per la trasparenza che coinvolse direttamente  più di mille cittadini e consentì a molti altri di scoprire che il gioiello Encor in realtà era un tragico fallimento - a farla cadere. Molto prima e con la coerenza che invece non ha mai avuto il PD, tanto che continuò, almeno pubblicamente, a sostenere l’ex sindaco Iotti fino a pochi giorni prima del Consiglio Comunale che ne provocò le dimissioni.

 

Il fatto più eclatante è che nè il PD nè l’attuale Amministrazione abbiano mai espresso una critica seria nei confronti di chi ha creato il disastro Encor. In tutti questi anni, e ancora in questi giorni, il debito Encor viene trattato come se fosse una “sfortuna” caduta dal cielo. Mai hanno detto che è invece il risultato di una gestione disastrosa, la peggiore nella storia del nostro Comune. Non hanno neppure avviato un percorso pubblico per fare chiarezza su quanto successo - noi avevamo proposto l’attivazione di un’apposita Commissione consiliare prevista dallo Statuto. Negli ultimi tempi hanno detto di voler perseguire i responsabili di questa situazione, ma hanno promosso qualche causa o denuncia per passare dai proclami ai fatti?

Sostengono di essere “stati protagonisti di un’azione di informazione costante” nei confronti dei cittadini. A cosa si riferiscono, ai loro frequenti comunicati stampa? Pensano quindi che il disastro Encor e le sue ricadute presenti e future siano così piccola cosa da poter essere sbrigate così? O forse vogliono “tutelare i cittadini” raccontando loro la verità un pezzettino alla volta e con le parole giuste per evitare che si prendano paura? E’ questa l’idea che hanno della partecipazione attiva dei cittadini alle questioni della città?

 

Su una cosa, invece, Sindaca e PD sono molto solerti: continuamente si preoccupano di stigmatizzare e redarguire chi chiede verità, esprime critiche od opinioni diverse dalle loro.

Noi non siamo ostili per pregiudizio verso l’attuale Amministrazione; ne valutiamo metodi e misure: i primi non ci piacciono per niente, sulle seconde abbiamo perplessità. Del resto siamo in buona compagnia: basta leggere la delibera della Corte dei Conti.

Riconosciamo che questa Amministrazione ha davanti un compito gravoso e non sottovalutiamo il suo impegno per limitare il più possibile il danno; basta però  che non si voglia far credere che il danno ci sarebbe solo aumentando tasse e/o tagliando  servizi, e non anche vendendo patrimonio pubblico. Il danno c’è ed è gravissimo, qualunque sia il modo che verrà adottato per pagare quella montagna di debiti.

 

E’ vero, gli attuali amministratori Pd non c’erano nella precedente consigliatura; ma di qui a negare una continuità politica col passato ce ne corre.

Quando poi, per cercare di nascondere le proprie gravi responsabilità politiche, è il PD stesso a negare questa continuità c’è da sentirsi offesi. Come si fa a pensare che possiamo berci la storia che il PD che ha amministrato Correggio fra il 2009 e il 2013 e quello che ha espresso la  Sindaca Malavasi e la  maggioranza consigliare che amministrano oggi sono due entità distinte, che non si sono mai incontrate e conosciute e magari provengono pure da pianeti diversi?

Anche perchè questo tentativo lo compie un partito il cui segretario e altri componenti del proprio direttivo nella scorsa consigliatura erano consiglieri o assessori; in tali funzioni hanno votato senza fiatare tutti gli atti che hanno costruito la cornice politico-amministrativa della disastrosa storia di Encor: dalle lettere di patronage ai “numerosi conferimenti di beni patrimoniali” di cui scrive la Corte dei Conti a molto altro ancora.

Compete ad altri valutare se nell’assunzione di quegli atti sono stati commessi illeciti. Per parte nostra siamo convinti che molti di coloro che li votarono erano in buona fede, semplicemente non erano consapevoli delle conseguenze del loro comportamento; il che, anche se non è un reato, non è il massimo per chi amministra la cosa pubblica.

 

Pertanto, che adesso il direttivo del PD abbia la pretesa di mettere in fila tutti gli altri e di decidere in via esclusiva chi fa il bene e chi fa il male per Correggio non sembra proprio ciò di cui ha bisogno la città. Sembra piuttosto un’incitazione alla rissa continua, un atteggiamento divisivo che punta soprattutto ad affermare una supremazia: come si il PD fosse il tutto e non una parte della realtà, che peraltro ha commesso gravissimi errori. Sarebbe invece molto più utile e apprezzabile (anche da parte nostra) che il PD riuscisse finalmente a trovare l’umiltà necessaria sia per avviare una vera e profonda operazione di verità su Encor, sia per chiedere  la collaborazione di tutti per trovare e attuare in modo condiviso le soluzioni più adeguate alle conseguenze che quel fallimento ha scaricato su Correggio, conseguenze pesantissime sul piano economico-finanziario ma non solo.

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

 

OTTOBRE 2016

NOSTRO COMUNICATO  30 ottobre 2016

 

En.cor di nuovo - come previsto - in prima pagina

 

Davvero una settimana da star per Encor, benché più che “stella” dovremmo definirla un enorme “buco nero”. Paginate di articoli e interviste sui media locali, a partire dalle reazioni all’ormai nota Delibera 89/2016 della Sezione Regionale della Corte dei Conti: sia sui contenuti che su tempi e modalità con cui è stata diffusa.

 

La Delibera della Corte dei Conti

Sui contenuti della Delibera – in particolare quelli riferiti alle lettere di patronage e ai “numerosi conferimenti di beni patrimoniali in favore della società En.cor” - possiamo dire di non essere rimasti troppo sorpresi. L’oggetto di queste due “irregolarità”, infatti, è lo stesso dei primi due dei 13 fatti che segnalammo nell’Esposto inviato, dal nostro Comitato, alla Procura Regionale della Corte dei Conti (e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia) nel dicembre del 2013.

Dopo essere stati tre anni fa additati (soprattutto dal PD e da amministratori della scorsa consigliatura) come bugiardi, irresponsabili e disfattisti per aver sostenuto cose analoghe, apprendere ora che entrambe le Procure (per i rispettivi campi) stanno indagando su questi e altri aspetti della vicenda Encor conforta noi e sicuramente anche gli altri mille correggesi che sottoscrissero il nostro appello.

Sappiamo che il cammino per la verità è ancora lungo e accidentato, ma siamo fiduciosi e certamente noi cercheremo di fare la nostra parte. Ovvero la nebbia è ancora tanta e noi daremo informazione sul suo auspicabile diradarsi.

 

Il debito e come pagarlo

Molte cose sono state dette e scritte in questi giorni. Tanti, tantissimi i commenti di esponenti politici. Sono stati raccontati anche dei fatti: diversi erano già noti e noi stessi li avevamo raccontati o raccolti sul nostro sito, qualcuno invece è nuovo. L’impressione è che il vaso di Pandora/Encor si sia infine scoperchiato e non sarà più possibile rinchiuderlo, come invece si è cercato di fare per anni. E questa è una buona notizia.

La cattiva notizia è che la Corte dei Conti ha bocciato il piano di rientro triennale per far fronte ai debiti fuori bilancio derivanti dalle sentenze che hanno condannato il Comune a pagare a Banco Popolare e Banca Popolare S.Felice  una somma complessiva di circa 15 milioni (più spese). Conseguentemente il piano, che era stato approvato dal Consiglio Comunale in luglio, dovrà essere corretto entro l’11 dicembre secondo le prescrizioni della stessa Corte, che vietano la possibilità di far ricorso a entrate in conto capitale per ripristinare l’equilibrio di bilancio, pena il commissariamento del Comune. In sostanza la delibera della Corte impedisce di vendere parte del patrimonio per far fronte a questo debito, quindi il Comune dovrà ricorrere solo a entrate in parte corrente. La Sindaca ha risposto che il Comune “intraprenderà ogni azione utile per dimostrare la correttezza del proprio agire, vagliando ogni strada praticabile per sanare le presunte irregolarità rilevate dalla Corte”, pertanto non ci sarà nessun commissariamento. L’obiettivo è ”garantire i servizi, tutelare i dipendenti, fornire risposte puntuali ed efficaci ai cittadini, senza aumentare le tasse”.

Come si fa a non essere d’accordo con questo obiettivo!

Ma allora come si pagano questi 15 milioni (per ora, perché la prossima primavera arriverà la terza sentenza ed è probabile che tale cifra lieviti assai)?

Non vogliamo sostenere che la maggioranza di Governo non stia lavorando per rendere minore l’impatto sui cittadini di questo debito. Abbiamo però anche la sensazione che si voglia, per così dire, dissimulare, sminuire il danno provocato dai debiti di Encor; come se vendere le azioni IREN (che fra l’altro ogni anno rendono una bella sommetta) o diverse proprietà (nei mesi scorsi era circolato l’elenco degli immobili candidati alla vendita) non volesse dire impoverire la città e quindi i cittadini.

Comunque si paghi il debito (che è certamente una questione molto importante), non si può ignorare che la nostra comunità dopo le sentenze è più povera di 15 milioni, senza contare le consistenti spese processuali e i costi che il Comune sta sostenendo per difendersi nei processi.

 

Cinque milioni li abbiamo già persi

Nonostante tutti gli amministratori l’abbiano sempre negato, la perdita di almeno 5 milioni di valore, da noi sempre denunciata, adesso viene rilevata anche alla Corte dei Conti.

A questo proposito, la Corte dei Conti sottolinea che il Comune ha fatto “numerosi conferimenti di beni patrimoniali in favore della società En.cor; in particolare nell’esercizio 2012 sono stati trasferiti alla società beni per un importo di € 3.690.000 con conseguente depauperamento del patrimonio dell’ente … situazioni che sono al vaglio della Procura contabile regionale”

Questa somma, peraltro, non comprende il valore del terreno di proprietà comunale su cui è stata costruita la centrale EVA, anch’esso perso col fallimento di Encor: e sono altri 913.000 €.

Poi vanno quantomeno considerati i  300.500  €  prestati o anticipati  dal Comune a Encor e a SOER; “le possibilità di recuperare i crediti in questione appaiono praticamente nulle”, sostiene sempre la Corte dei Conti.

 

Quindi finora il disastro Encor ci é costato 20 milioni

Questo è quanto finora costato il disastro Encor ai correggesi, senza contare l’esito della controversia con la BNL che conosceremo nel 2017.

Parliamo di 772 € per ciascuno dei 25.900 correggesi (neonati compresi).

Questo lo ricordiamo in primo luogo a chi ha avuto ruoli di primissimo piano in Encor sul piano politico-amministrativo, gestionale e tecnico e che, anche in questi giorni, è tornato a raccontare sui giornali locali la propria verità (parziale e talvolta notevolmente diversa dalla realtà dei fatti) senza sentire il bisogno in primo luogo di scusarsi coi correggesi.

 

Il più grave disastro economico del bene comune

Siamo a un passaggio davvero difficilissimo per la nostra città, probabilmente il più grave dopo gli anni della ricostruzione post bellica.

Non c’è dubbio che per uscirne occorrono soluzioni adeguate sul piano tecnico-finanziario, e non vogliamo sottovalutare l’impegno cui sono chiamati gli attuali amministratori.

In ogni caso il prezzo da pagare per i correggesi sarà salato.

 

Occorrerebbero partecipazione, condivisione e coesione

Per far fonte a questa contingenza occorrerebbe la ricerca di una larga e forte coesione fra le forze politiche e sociali, fra le istituzioni e i cittadini. Una coesione basata su gesti sinceri di apertura, trasparenza e condivisione. In particolare, sarebbe indispensabile un coinvolgimento attivo dei cittadini, che in definitiva saranno quelli che pagheranno, in un modo o nell’altro, il danno provocato dal disastro Encor.

E invece proprio da parte di chi oggi ha la responsabilità di governare e inoltre porta su di sé la continuità politica con la precedente amministrazione – sì, perché la Sindaca Malavasi e i consiglieri di maggioranza non ci risulta si siano presentati alle elezioni con una lista civica bensì con le insegne dello stesso partito, il PD, che amministrò Correggio anche fra il 2009 e il 2014 - assistiamo a parole e comportamenti arroganti, di autosufficienza, talvolta nemmeno rispettosi delle prerogative delle minoranze anche quando sono imposte da atti superiori oltre che dal buon senso.

Ci riferiamo, ovviamente, alla ritardata trasmissione ai gruppi di minoranza della delibera della Corte dei Conti – avvenuta solo dopo che un quotidiano locale ne aveva data notizia. La Sindaca l’ha così motivata: “Chi ha la responsabilità di governo ha il dovere di analizzare i documenti per poterli spiegare alla città, con il massimo senso di responsabilità. I giorni trascorsi tra il ricevimento dell’atto e la sua diffusione sono dovuti solo a questa nostra volontà di approfondire”.

Come dire che la minoranza ha meno responsabilità e quindi è normale che abbia anche meno tempo per studiare le carte.

Invece no: maggioranza e minoranza hanno ruoli diversi ma uguale responsabilità; il ruolo di sollecitazione, proposta e controllo verso l’operato della maggioranza e dell’esecutivo è fondamentale, innanzitutto per i cittadini.

Che dire, poi, di come la stessa delibera è stata pubblicata – per obbligo di legge – sul sito del Comune. Correttezza avrebbe voluto che le si desse lo stesso rilievo dei comunicati che la Sindaca le ha dedicato, e quindi fossero pubblicati a fianco.

E invece? Andatela a cercare. Ma sicuramente farete prima sul nostro sito.

Non è questione da nulla, perché significa che non si ritiene importante che i cittadini, se lo vogliono, abbiano facile e libero accesso alle informazioni per farsi una propria autonoma opinione, fondamento primo della democrazia.

No, meglio che se la facciano sulla base dei comunicati ufficiali.

Noi avevamo fatto delle proposte concrete per garantire una corretta informazione ai cittadini, ma non ci hanno nemmeno risposto.

 

Concludiamo con una domanda, che vi assicuriamo non è retorica.

Come può con questi comportamenti nascere quel clima di fiducia, di rispetto e di condivisione che sono indispensabili per affrontare positivamente una situazione tanto difficile?

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

 

 

GIUGNO 2016

GIUGNO 2016

NOSTRO COMUNICATO STAMPA 27 giugno 2016

 

 

Caso En.Cor: dalla pessima gestione dipende il disastro.

 

Con la seconda vertenza, persa, con le banche, dunque, i debiti accumulati dal Comune di Correggio a causa di Encor arrivano a 15 milioni di euro.

 

Nel frattempo abbiamo potuto leggere la sentenza relativa alla causa intentata da SANFELICE 1893 BANCA POPOLARE, che non risparmia critiche severe all’intera gestione di Encor.

Assai significativa, ad esempio, la seguente affermazione:

“Il Comune di Correggio non ha provato di essere intervenuto nella gestione della controllata Encor srl (in forza dei penetranti poteri di direzione e controllo di cui era dotato) in modo che la stessa fosse in grado di gestire i propri impegni economici in modo adeguato, non offrendo elementi concreti idonei a comprovare di essersi attivato per una sana gestione contabile ed economica né elementi sufficienti a superare le censure e perplessità sollevate dei revisori contabili”

Ci si riferisce al verbale n.4 del 31 gennaio 2013 del Collegio dei Revisori, dal quale emerge che già in tale data (precedente alla vendita ad Amtrade) la “gestione caratteristica della Società En.Cor srl ha mostrato gravi disavanzi economici e che il Collegio dei revisori ha ricevuto dal Comune dati parziali, incompleti e non adeguatamente rappresentativi della realtà aziendale”.

 

Quindi l’efficacia delle lettere di patronage, a favore delle banche, è data anche in ragione della fallimentare gestione.

Risulta pertanto ancora più insopportabile che ancora pochi giorni fa l’ing. Davide Vezzani abbia avuto la faccia tosta di dipingere su un quotidiano locale un quadro positivo. Vezzani faceva parte del terzetto che ha guidato Encor finché è stata posseduta al 100% dal Comune di Correggio. Vi facevano parte:

- Marzio Iotti, sindaco del Comune di Correggio, socio unico della società

- Luciano Pellegrini, amministratore unico (anche direttore generale del Comune, nonché amministratore unico di SOER e responsabile del procedimento di vendita, ecc.)

- Davide Vezzani, direttore generale. Egli è poi divenuto amministratore unico della società dopo la vendita a Amtrade e fino al fallimento del gennaio 2014.

 

Questo terzetto ricopriva i principali ruoli gestionali e tecnici in Encor, rivelatasi un autentico disastro e che invece l’ing. Vezzani, in un’intervista di qualche giorno fa, rappresenta come una bella e promettente impresa che ha avuto solo la sfortuna di imbattersi in una legge cattiva.

 

L’ing.Vezzani, infatti, appare molto smemorato quando dice che una legge ha obbligato i Comuni con meno di 30.000 abitanti a vendere le partecipate: la legge (si tratta dell’art.14 del d.l. 78/2010) obbligava a vendere o a liquidare solo le partecipate che avevano avuto almeno un bilancio in rosso negli ultimi tre esercizi, cioè quelle che perdevano soldi a danno della collettività. Ed Encor di bilanci in perdita ne aveva ben due consecutivi.

 

E’ risibile quanto afferma l’ing. Vezzani: “fino a quando le cose andavano bene, prima del fallimento, Encor era portata ad esempio come fiore all’occhiello. Poi improvvisamente è diventato il male”.

La verità è che ENCOR NON E’ MAI ANDATA BENE.

Come dimostrava la relazione degli advisors del marzo 2013 (pubblicata integralmente sul nostro sito) e il verbale dei revisori dei conti del Comune, puntualmente richiamati nella sentenza in questione.

 

Sempre l’ing. Vezzani, alla domanda “Encor ha fatto in tempo a produrre profitti?”,

ha il coraggio di affermare che “dal 2011 in avanti sono maturati i frutti degli investimenti ed erano iniziate operazioni virtuose…”.

 

I fatti però sono ben diversi. Andiamo a vedere quali sono stati i bilanci di quegli anni:

2010 risultato netto d’esercizio     10.364eu

2011 risultato netto d’esercizio            -81.089eu

2012 risultato netto d’esercizio       -3.871.613eu

Se poi, come fanno gli Advisors, si normalizzano i bilanci (cioè si tolgono gli aiutini straordinari del Comune), i risultati sono i seguenti:

2010  risultato netto normalizzato -559.083eu

2011  risultato netto normalizzato    -2.114.537eu

2012 risultato netto d’esercizio       -3.871.613eu

 

Sarebbero queste le operazioni virtuose?

 

O forse si riferiva a quelle che la sentenza definisce “plurime operazioni anomale”.

Ad esempio:

1. coltivazione dei terreni in Senegal, per un costo stimato di 1.200.000eu: avrebbero dovuto conferire ad Encor semi da spremere per ricavarne olio vegetale da utilizzare come carburante per la produzione di energia. Non è mai arrivato neanche un seme dall'Africa;

2. acquisto di olio vegetale in Romania, per un costo di 727.391eu+IVA: anche in questo caso non è mai arrivata a Correggio neanche una goccia di olio;

3. l’intricata e oscura vicenda SOER (si veda la relativa scheda sul nostro sito).

 

 

Ma è anche la tecnologia, a parere degli Advisors, che non ha funzionato!

Ad esempio: a fronte delle 24.000 ore/anno che avrebbero costituito il funzionamento ottimale dei 3 impianti ad olio vegetale, il funzionamento REALE è stato il seguente:

2010 6.528 ore

2011 8.245 ore

2012 6.304 ore

 

Dunque le tecnologie acquistate da Encor, immaginiamo scelte in primo luogo dall'ing. Vezzani, erano obsolete e sbagliate; quindi come avrebbero potuto consentire di ripagare i debiti ?

Basta pensare, ad esempio, ai motori navali cecoslovacchi CKD (non più prodotti da vari anni e che la normativa regionale sulle emissioni inquinanti ha impedito di utilizzare): costati ben 431.000eu. Passando davanti alla sede di Encor si possono vedere nel cortile ad arrugginire. Mentre i debiti di Encor, invece, si accumulano sulle spalle dei correggesi.

 

Queste ed altre anomalie, come Comitato, le abbiamo denunciate già tre anni fa.

Peccato che invece non siano mai state neppure commentate dagli Amministratori comunali, né quelli vecchi né quelli nuovi. Figuriamoci dal PD, partito di governo sia allora che ora.

Quindi il tema delle responsabilità tecniche, amministrative e politiche è ancora tutto da svolgere.

 

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

 

 

En.Cor: la trasparenza è possibile, se si vuole

Ecco alcune proposte che sottoponiamo a chi vuole dimostrare questa volontà

 

Avevamo concluso il precedente comunicato con un invito all'Amministrazione Comunale ad accendere un bel faro su En.Cor. Lo si faccia utilizzando tutti gli strumenti informativi, di confronto e di indagine di cui il Comune dispone: dal sito web al profilo Facebook, dagli incontri pubblici alle commissioni consiliari previste dallo Statuto.

 

A partire dalla necessità di informare adeguatamente sull’attuale situazione la cittadinanza, non solo il Consiglio Comunale. L'incontro pubblico resta uno strumento fondamentale, perché consente non solo l'informazione ma anche il confronto, che su una questione di tale rilevanza è doveroso. Ma ci sono anche altri strumenti che possono consentire, anche a chi non può o non ama frequentare i dibattiti pubblici, di essere informato ed eventualmente di partecipare attivamente.

Perché, ad esempio, non allestire un bel dossier (puntualmente aggiornato) dedicato alla vicenda En.Cor sul sito web del Comune? Con documenti, articoli e quanto ha a che fare con tale questione. Ovviamente, non solo quelli di emanazione della Giunta, ma anche di altri soggetti; perché gli strumenti informativi del Comune – pagati con i soldi di tutti - non dovrebbero essere ad esclusivo beneficio della maggioranza pro tempore.

Un dossier che sia in bella vista, dove ad esempio la stessa Nota integrativa al bilancio sia facilmente reperibile, non come ora che è incantonata in un angolino dove solo con molta ostinazione si riesce a trovare.

Tramite il profilo Facebook del Comune, poi, i cittadini potranno eventualmente dire la propria opinione o formulare domande.

È un meccanismo faticoso da gestire? Probabilmente si, ma se "accendere la partecipazione" non è semplicemente uno slogan o un adempimento burocratico e la si vuole invece far  diventare una prassi di governo, un po’ di impegno e soprattutto di apertura li richiede. Da parte di tutti: sia degli amministratori pubblici che dei cittadini, se non vogliono essere solo "clienti" ma anche "soci" della Casa comune.

 

C’è poi una seconda questione che il partito di maggioranza e chi lo rappresenta ora negli Organi comunali deve decidersi ad affrontare (e non a rimuovere come ha fatto finora) se vuole essere credibile nella sua presa di distanza da chi lo ha rappresentato fino a due anni fa.

Si tratta di fare quanto è necessario per spazzare via la tanta nebbia che ancora avvolge la vicenda En.Cor, che fra l’altro  – molti sembrano essersene già dimenticati – poco più di due anni fa provocò il commissariamento del nostro Comune.

Quasi tre anni fa siamo stati i primi a fornire documenti e informazioni che hanno consentito all’opinione pubblica di scoprire lo scandalo En.Cor.

Siamo tuttora gli unici che hanno formulato domande specifiche, ma anche ipotesi e tentativi di lettura di come erano andate le cose, di come era stato possibile che il grande progetto di costituire un’azienda comunale per lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili si fosse invece trasformato in un clamoroso fallimento industriale, oltre che politico.

Dagli amministratori di allora e dal PD abbiamo ricevuto in risposta difese d’ufficio (spesso al limite del ridicolo), accuse di falsità e insulti. Ma mai, mai, mai risposte nel merito.

Ad esempio, noi abbiamo sostenuto che la En.Cor s.r.l. di proprietà comunale si è mangiata più di 5 milioni di euro di beni (mobili e immobili) del Comune di Correggio senza produrre nessun beneficio per la comunità. Ci è stato detto che sono dati sbagliati. Bene: lo si dimostri con altri dati più convincenti dei nostri.

Finora non è mai avvenuto.

Insistere ancora oggi su questo bisogno di verità non è un inutile gioco per appassionati. E’ troppo presto per consegnare la vicenda En.Cor alla ricerca storica, perché le sue conseguenze in parte hanno già alleggerito le nostre tasche e in parte ancora maggiore pesano tuttora come macigni sulle nostre teste.

Pare che le sentenze di primo grado sulle vertenze fra le tre Banche e il Comune verranno emesse entro l’anno, la prima addirittura in giugno. Dal loro esito dipende quale sarà il futuro della nostra comunità. E tutti noi, purtroppo, siamo stati messi nella tragica condizione di poter solo incrociare le dita.

Quelle sentenze, tuttavia, non ci diranno tutta la verità sulla vicenda En.Cor: su cosa è successo per produrre così tanti danni e debiti, su come e perché chi doveva gestire e controllare non ha svolto adeguatamente il proprio compito.

 

Come Comitato Via la Nebbia abbiamo presentato un esposto alla Corte dei conti contenente tredici aspetti che a nostro parere  possono configurarsi come danno erariale; sono trascorsi ben 30 (trenta !) mesi e pare che la pratica sia ancora in lavorazione. La speranza è l’ultima a morire, ma a questo punto confessiamo che un po’ acciaccata la è.

Questo stesso esposto l’avevamo inviato per conoscenza anche al Procuratore della Repubblica di Reggio Emilia, perché avevamo letto sulla stampa locale la sua intenzione di aprire un fascicolo su questa faccenda. Anche su questo non sappiamo nulla.

Ma, al di là degli eventuali risvolti penali, è fondamentale sapere cosa e come è successo.

Il Comune ha uno strumento per dare un suo contributo importante in tal senso.

 

Il suo Statuto, infatti, all’art. 16-comma 1, stabilisce che “il Consiglio Comunale può istituire commissioni di indagine, di controllo e di garanzia sull'attività dell'Amministrazione”.

Ci chiediamo: questo strumento è stato scritto per fare bella figura o perché potesse effettivamente essere utilizzato?

Se come ci auguriamo è vera la seconda ipotesi, i partiti e gruppi politici presenti ora in Consiglio Comunale non pensano che sia il caso di utilizzarlo per indagare su En.Cor, almeno finché è rimasta una società controllata al 100% dal Comune?

Crediamo che una risposta a questa domanda - sia da parte del partito di maggioranza che di quelli di minoranza - sia doverosa, non tanto verso il nostro Comitato ma verso i cittadini.

 

MAGGIO 2016

 

 

En.Cor: più prudenza che trasparenza

Nell’ultimo fine settimana Sindaca e PD si sono prodigati a tranquillizzare sulla vicenda En.Cor. Ad esempio, l’ultimo numero di Primo Piano pubblica – col titolo Presenza, prudenza e trasparenza  - un’ampia intervista all’Assessore Dittamo sul bilancio 2016 nella quale, fra l’altro, si fa riferimento al fatto che un’economia di bilancio prodotta nei precedenti esercizi “e' stata vincolata a copertura di potenziali passività” derivanti da un esito negativo per il Comune del contenzioso legale con le Banche per i debiti di En.Cor; inoltre si riferisce che “ci si è attrezzati, nel caso si rendesse necessario, a ricorrere ad alienazioni di immobili e partecipazioni societarie”. Non viene indicata però, certamente solo per ragioni di spazio, neppure una cifra e tanto meno quali sono questi immobili comunali che si potrebbe dover vendere; sicchè i lettori di PP per conoscere numeri e dettagli dovranno rivolgersi altrove: ad esempio al profilo Facebook di Via la Nebbia.

In un post sul suo profilo Facebook, la Sindaca Malavasi ricorda anch’essa questi interventi prudenziali e aggiunge che “il nostro compito è traghettare la comunità fuori dal caso Encor”.

Abbiamo riconosciuto nel nostro precedente comunicato che ha fatto bene il Comune a inserire nella Nota integrativa al bilancio 2016 interventi prudenziali finalizzati a non trovarsi impreparati di fronte ad una sentenza favorevole alle Banche, che questo stesso documento definisce “possibile” e quindi non più inventata da quegli allarmisti di Via la Nebbia.

Ci chiediamo però come fa la Sindaca a “garantire che la responsabilità di 29.280.000 euro non ricada sulla comunità”, a meno che non abbia trovato uno o più sponsor privati che in caso di sentenza avversa per il Comune ce li mettano di tasca loro tutti quei soldi.

Perché la situazione oggi è questa: a decidere se le sedi della Croce Rossa o delle associazioni o degli altri soggetti che utilizzano i 16 beni immobili ”potenzialmente alienabili” resteranno di proprietà comunale, o se il Comune potrà continuare a tenersi i circa 8,5 milioni di euro di partecipazioni in altre società che oggi possiede, o se dovrà o no sborsare altri milioni di euro già accantonati o da trovare (dove?): a decidere tutto questo non sarà più il Comune di Correggio, ma le sentenze di un Tribunale.

A questo ci hanno portato le scelte scellerate della precedente Amministrazione: a una gestione fallimentare di En.Cor (con perdite milionarie già subite dall’Ente pubblico e quindi da tutti noi) e a far dipendere dalle sentenze di un Tribunale addirittura la possibilità di mettere in ginocchio il Comune.

Adesso Malavasi e PD ci tengono a precisare che loro “questa situazione l’hanno ereditata dagli amministratori precedenti”, che notoriamente provenivano dal pianeta Marte.

Se veramente vogliono rendere credibile questa discontinuità col passato, non si limitino al rinnovamento delle persone, condizione importante e necessaria ma non sufficiente.

Occorre anche una discontinuità nel metodo, a partire da una seria e tempestiva informazione e dal coinvolgimento attivo dei cittadini, non solo dei loro rappresentanti in Consiglio Comunale.

“Accendiamo la partecipazione”, prometteva uno degli slogan di questa Amministrazione.

Bene: si accenda un bel faro su En.Cor; o qualcuno pensa ancora che si tratti di una questioncina di ordinaria amministrazione? Lo si faccia utilizzando tutti gli strumenti informativi, di confronto e di indagine di cui il Comune dispone: dal sito web al profilo Facebook, dagli incontri pubblici alle commissioni consiliari previste dallo Statuto.

Abbiamo alcune proposte concrete in proposito, ne parleremo nella prossima puntata.

 

                                                          Comunicato del 3 maggio 2016   Comitato Correggio Via la Nebbia

 

APRILE 2016

 

COMUNICATO STAMPA 25 Aprile 2016

 

L’incubo En.Cor continua

 

Anche la Giunta ora ammette ufficialmente che è possibile una catastrofe per il Comune a causa dei debiti con le banche

 

Siamo sicuri che la maggior parte  dei Correggesi ricorda ancora la vicenda En.Cor, ma a chi volesse fare un ripassino consigliamo di andarsi a vedere il nostro sito (www.vialanebbia.it).

Nel marzo 2014, in un comunicato indirizzato ai candidati Sindaci, avevamo scritto:

“E’ certo che il Comune si ritroverà ad affrontare una causa legale lunga, dispendiosa e di esito incerto fino alla sua conclusione. Questo comporta che chi amministrerà Correggio dovrà prevedere a Bilancio l’accantonamento di cifre importanti per poter far fronte ad eventuali condanne”.

 

E infatti, ecco che dopo due anni di silenzio quasi totale, l’incubo En.Cor torna a materializzarsi. La novità è che ora avviene attraverso documenti ufficiali.

Lo scorso 5 aprile, la Giunta Comunale ha approvato lo “Schema del Bilancio di previsione finanziaria 2016-2018 e della nota integrativa” che verranno sottoposti prossimamente al Consiglio Comunale.

Sia la Delibera che la Nota contengono importanti novità sulla vicenda En.Cor: per la prima volta il Comune prende ufficialmente atto delle possibili devastanti conseguenze della vertenza avviata dalle Banche nei suoi confronti.

Com’è noto, fra febbraio e aprile 2014, le tre Banche (San Felice 1893 Banca Popolare, Banco Popolare e Banca Nazionale del Lavoro) che avevano concesso prestiti a En.Cor dietro lettere di patronage emesse dal Comune citarono in giudizio quest’ultimo per riavere i loro soldi, per  un totale di € 29.280.055,02.

Su consiglio dei propri avvocati (a proposito, quanto ci è già costata la tutela legale a cui necessariamente il Comune ha dovuto ricorrere?) e di un parere chiesto all’ANCI, la Giunta ha deciso adesso di correre ai ripari.

La risposta dell’ANCI, datata 29-3-2016, sostiene infatti che “si può, al momento, ragionevolmente classificare la perdita come ‘possibile’. Si raccomanda comunque all’ente, stante l’entità del contenzioso, di tenere a disposizione il patrimonio cedibile come ‘attività potenziale’ da realizzare in caso di soccombenza e di impegnare nel frattempo solo le spese indispensabili per il funzionamento e quelle necessarie a evitare che siano arrecati danni patrimoniali certi e gravi”.

Cosa ha fatto a questo punto la Giunta?

Nella citata “Nota integrativa al bilancio 2016/18” si legge che, accogliendo la raccomandazione dell’ANCI, sia il bilancio del Comune che quello dell’ISECS “saranno soggetti ad una rivisitazione completa”. Cosa significa? Che verrà tagliato tutto quello che non è strettamente indispensabile e necessario? Lo capiremo presto, ma l’aria sembra tirare più verso la riduzione che l’espansione di servizi e prestazioni.

Intanto, “prudenzialmente, il Comune di Correggio, in sede di approvazione del rendiconto consuntivo 2013, ha già proceduto a vincolare l’avanzo di amministrazione per € 810.387,50 a copertura delle cause giudiziarie in corso. In sede di predisposizione del bilancio di previsione armonizzato 2016-2018 … l’Amministrazione ha provveduto ad integrare la quota vincolata portandola ad € 1.679.948,66 a copertura di passività potenziali.”

Questo significa che 1.679.948,66 euro che da subito potrebbero essere spesi per servizi e attività del Comune (e quanto ce ne sarebbe bisogno!), “prudenzialmente” verranno tenuti in saccoccia.

Ma non basta. Sempre nella Nota già citata, si legge che: l’Amministrazione ha provveduto ad una valutazione del proprio patrimonio disponibile per prevedere l’ammontare di possibili dismissioni di beni immobili e partecipazioni societarie”.

Così è stata redatta una lista di “beni immobili di proprietà comunale non utilizzati per l’erogazione di servizi essenziali” e che quindi all’occorrenza potrebbero essere venduti.

L’elenco comprende 16 immobili (fra cui: il Centro Arcobaleno, la sala polivalente dell’Espansione sud, le sedi delle associazioni di via Vittorio Veneto e di via Ardione, una parte della Casa nel parco, la sede ISECS, il Circolo tennis, la sede della CRI e dell’Avis) e 4 terreni; per un totale valutato in 16.407.280 euro.

La Nota contiene anche la valutazione delle partecipazioni in altre Società possedute dal nostro Comune e che potrebbero, al bisogno, essere alienate; la somma totale ammonta a 8.551.798,85 euro (per 9/10 costituiti dalla quota di IREN Emilia s.p.a posseduta da Correggio).

 

Così adesso possiamo farci un’idea concreta di cosa ci costerebbe la “possibile” perdita delle cause con le tre Banche. Ne uscirebbe una comunità più che impoverita, schiantata per chissà quanto tempo. Fra l’altro il totale delle tre operazioni precedentemente descritte ammonta a 26.639.027,51 euro; mancherebbero quindi ancora 2.600.000 euro per far fronte a quanto complessivamente rivendicato dalle tre Banche.

Senza contare i valori (in denaro e terreni) che il Comune ha già perduto quando En.Cor era di sua proprietà: secondo i nostri calcoli più di 5 milioni di euro.

Naturalmente nella Nota la Giunta non fa riferimento a questo tutt’altro che secondario aspetto, ma sarebbe finalmente ora che fornisse la sua versione ufficiale.

Anche perché l’ultima disponibile è quella fornita dall’allora Sindaco Iotti: “En.Cor: i cittadini non hanno speso nulla” (11 agosto 2013 – Comunicato pubblicato sul sito del PD Correggio). Anche l’attuale Sindaco la pensa così?

 

Intendiamoci, non critichiamo quanto la Giunta sta facendo sul piano legale e finanziario per difendere il Comune dalle possibili conseguenze di un esito avverso delle cause con le Banche. Ci sembra anzi doveroso.

Pensiamo però che sia altrettanto doveroso informare e confrontarsi con la città.  Non solo con i Consiglieri comunali, ma con i cittadini, che non sono “minori” da tutelare sottacendo le verità spiacevoli. Anche perché, evitando questo passaggio, verrebbe il sospetto che da parte del partito di maggioranza si voglia continuare ad evitare la grande questione delle responsabilità di questa tragica situazione.

Ci sembra ancora di grande attualità una riflessione onesta e rigorosa su come un tale disastro sia potuto accadere nella nostra città e su cosa occorra fare affinchè non si ripeta un caso analogo in futuro.

Finora il PD non ha mai ammesso nessuna responsabilità, scaricando tutto sull’ex sindaco Iotti. Troppo comodo per chi allora come oggi amministrava Correggio, pur con persone in gran parte diverse. Sia prima che dopo il fallimento di En.Cor si è dimostrato reticente ed elusivo sui fatti e sprezzante verso l’attività di controinformazione e di denuncia svolta da Via la Nebbia con l’appoggio di molti cittadini; sperando forse che il tempo favorisse l’oblio su questa tragica vicenda; ma, come si sa, i misfatti “anonimi” prima o poi tornano a galla.

Speriamo anche che si diano una mossa i/le consiglieri/e di minoranza che alle elezioni del 2014 avevano promesso ogni sforzo per ottenere trasparenza e verità pubbliche e che in questi due anni si sono invece accontentati/e che di En.Cor si parlasse solo in qualche commissione consiliare secretata.

Come Comitato Via la Nebbia continueremo a seguire l’evolvere di questa vicenda.

Speriamo con tutto il cuore – anche perché non siamo autolesionisti - che alla fine le ragioni del Comune prevalgano; ma poiché ci riteniamo - come tutti i nostri concittadini – “soci” di questa Comunità, continueremo a difendere il diritto dei correggesi di essere informati adeguatamente e di poter dire la propria opinione in corso d’opera, non alla fine.

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

comitato@vialanebbia.it   www.vialanebbia.it

 

Pagina 33 della Nota integrativa di Bilancio, con evidenziati i passi salienti cui fa riferimento il nostro comunicato.

Comunicato stampa del 27 agosto 2018

 

Il Comitato Via la Nebbia si occupa di trasparenza sulla vicenda Encor,

non di campagne elettorali; a queste ci pensa già il PD.

 

Qualche giorno fa abbiamo pubblicato un lungo, e sconsolato, comunicato (vedi sotto) per spiegare le ragioni per cui riteniamo pretestuose le motivazioni con cui nell’ultimo Consiglio Comunale il PD e altri avevano bocciato la richiesta avanzata dal M5S di istituire una Commissione d’indagine su Encor, proposta che caldeggiavamo da anni, ben prima che la presentasse il M5S. I quotidiani locali ne hanno dato notizia, uno di essi ha anche riportato il commento del capogruppo consiliare nonché segretario del PD di Correggio.

Il quale, invece di stare ai temi da noi sollevati, ha preferito buttarla in politica, come si suol dire, accusandoci di cercare solo visibilità in vista di una nostra partecipazione alle elezioni amministrative del 2019, “forse scendendo in campo direttamente o forse agganciandosi al carro dei 5 stelle”.  E' un gioco a cui non intendiamo partecipare: stia tranquillo che il nostro comitato non parteciperà alle elezioni né con una sua lista né a rimorchio del M5S perché si pone ESCLUSIVAMENTE gli obiettivi che riportiamo sul nostro sito e che sono stati sottoscritti da più di mille cittadini: fare piena luce sulla vergognosa vicenda di En.Cor.

 

Al capogruppo/segretario, in particolare, avevamo ricordato che nel corso del Consiglio Comunale del  30/11/2017 aveva svolto il seguente ragionamento: “EnCor era identificato come un progetto davvero all'avanguardia, poi per tutta una serie di motivi ... non ha funzionato, però … non è mancata trasparenza … è che tante cose non le abbiamo capite neanche noi; forse la Magistratura ci darà, come dire, qualche segnale, però, solo chi c'era forse le sa quelle cose"

Evviva la sincerità! Poi però qualche domandina bisogna farsela.

 

Per il partito che amministrava Correggio nella scorsa legislatura, che ammette di non avere capito più di tanto cosa è successo dentro e intorno a Encor  tanto da provocarne il fallimento e i debiti, lo stesso partito che amministra ancora Correggio e per forza di cose si trova a gestire il pagamento di tale debito, per questo partito è normale avere la responsabilità politica di un casino pazzesco senza neppure aver mai chiesto scusa ai correggesi, non avere capito allora come e perché è successo e ancora oggi, a cinque anni di distanza, non avere nemmeno l’intenzione di impegnarsi direttamente per fare finalmente chiarezza e trasparenza sulla vicenda Encor?

Non pensa, come capogruppo e segretario del partito che sia allora che ora amministra la nostra bella città, di avere invece il dovere, assieme ai suoi compagni, di fare ogni sforzo possibile per chiarire a se stesso e a noi tutti cosa è successo nella vicenda Encor?

Per cercare di capire come e perchè una società di proprietà del Comune di Correggio, nata come "progetto davvero all'avanguardia" è invece miseramente fallita, lasciandoci in eredità il debito di 21,5 milioni di euro che il Comune di Correggio (cioè i cittadini) è stato condannato a pagare?

Ecco, il capogruppo/segretario si impegni a dare risposte approfondite e credibili a queste domande, invece di perdersi dietro illazioni politicistiche su presunte avventure elettorali del nostro Comitato.

Quanto poi all'invito che ci ha rivolto a "un incontro faccia a faccia" nella sede del PD, noi siamo pronti a incontrare chiunque sia disponibile a dare un serio e costruttivo contributo a fare chiarezza e trasparenza sulla vicenda Encor. Quindi possono contattarci all'indirizzo comitato@vialanebbia.it. Tuttavia non è a noi che si devono dare risposte, bensì a tutta la comunità correggese. A tutti coloro che ne stanno pagando le spese. E’ per questo che continuiamo a chiedere e chiederemo che si renda conto in sedi pubbliche, ma non per dire che non sanno o non hanno capito, ma per portare elementi conoscitivi che dovrebbero avere o che una commissione di indagine dovrebbe raccogliere, dato che non è ancora stato fatto.

 

21 Agosto 2018 - Non ci è dato sapere ...

 

Il capogruppo PD su Encor: “tante cose non le abbiamo capite neanche noi”.

Però è contrario a istituire una Commissione Comunale d’indagine

 

Nella seduta del 27 luglio scorso, il Consiglio comunale ha respinto la proposta – avanzata dal Movimento 5 Stelle – di “Istituzione … di una Commissione Temporanea d’indagine e controllo per fare completa chiarezza sulle perdite economiche del Comune di Correggio e responsabilità derivate dalle società En.Cor e le altre società collegate, dalla loro costituzione ad oggi”.

La proposta è stata bocciata con 9 voti contrari (8 del Pd più il Consigliere della Lista “Correggio ai cittadini”) e 3 a favore (M5S, “Sì Tu Sì” e “Centrodestra per Correggio”); si è invece astenuto il Consigliere della Lista “Correggio al Centro”.

Così la possibilità di istituire una Commissione d’indagine su Encor - che caldeggiamo da anni, ben prima che la presentasse il M5S - è stata definitivamente sepolta, utilizzando argomenti pretestuosi. Essi sono sostanzialmente riconducibili a quattro ordini di questioni.

 

Primo: ormai è tardi, mancano 7/8 mesi alla fine della Consigliatura e quindi non c’è più tempo per fare un lavoro serio, pertanto la Commissione sarebbe solo uno strumento di propaganda elettorale.

A parte il fatto che se si vuole in 7/8 mesi di lavoro se ne fa parecchio, una domanda sorge spontanea: perché chi dice che adesso è troppo tardi non ha preso prima l’iniziativa per attivare questa Commissione, magari all’inizio della Consigliatura? Forse perché in realtà ha sempre ritenuto che non si dovesse fare né prima né ora né mai?

 

Secondo: solo la Magistratura è legittimata a indagare sulla vicenda Encor; la Giunta ha presentato esposti alla Procura Regionale della Corte dei Conti e alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia (tre anni dopo quelli presentati da nostro Comitato) e quindi tutto ciò che il Comune poteva fare lo ha fatto, ogni altra cosa rischierebbe di intralciare il lavoro dei magistrati.

Anche questo è un argomento piuttosto pretestuoso, avanzato soprattutto per nascondervi dietro la mancanza di volontà di fare la propria parte per ricostruire cosa è successo dentro e intorno a Encor quando era interamente posseduta dal Comune.

A noi risulta che la Magistratura indaghi ipotesi di reato e sanzioni reati giudicati tali secondo la legge; in questo ambito ha una funzione esclusiva e autonoma. Ma questo non confligge con la possibilità che un Ente indaghi autonomamente su aspetti del proprio operato al fine di verificare se e cosa non ha funzionato. Anche perchè significherebbe rinunciare in partenza alla possibilità di ricercare, riconoscere e correggere i propri errori. Equivarrebbe a sostenere che in Italia esiste un unico potere di controllo, esercitato dalla magistratura, mentre per tutte le altre istituzione vige l’impossibilità di autocontrollarsi ed autoemendarsi.

Non sarebbe meglio che ognuno facesse la propria parte? Perché è evidente che Encor è stata un’esperienza fallimentare - tanto è vero che ha lasciato in eredità ai correggesi 21,5 milioni di euro di debiti (più di metà ancora da pagare), oltre a diversi altri milioni “persi per strada” o per spese legali, fiscali, ecc. Ma è assai dubbio che tutta la sua attività sia riconducibile a comportamenti penalmente rilevanti, e non anche a gravi errori tecnici, gestionali, amministrativi e politici. O si vuole sostenere che se non ci saranno interventi giudiziari con sentenze e condanne l’esperienza Encor dovrà essere giudicata un successo e un modello da seguire?

Il Comune di Correggio, il Consiglio attualmente in carica aveva e ha il dovere politico e morale di indagare per capire cosa è successo e cosa non ha funzionato. E’ la legge a definirlo “l'organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo”. Ha pacchi di documenti e diversi interlocutori che possono consentire di ricostruire i fatti, rilevare errori, lacune, incongruenze. Qualora in questa indagine si imbattesse in fatti e comportamenti di dubbia liceità non dovrebbe fare altro che segnalarli alla magistratura. Ma negli altri casi dovrebbe invece prendersi la responsabilità di cercare di comprenderli, metterli in fila, offrirne una chiave di lettura, esprimere un giudizio negativo quando fosse il caso. E, infine e soprattutto, renderne conto ai cittadini.

 

Terzo: La Commissione c’è già. Come ha ulteriormente ribadito un comunicato del Pd successivo al Consiglio del 27 luglio, “la richiesta di istituire fantomatiche commissioni speciali su Encor … ha il solo scopo di fare polemica, altrimenti non si spiegherebbe ad esempio perché chiedere di istituire una Commissione speciale oggi su Encor ,dopo aver condiviso 4 anni fa all’inizio del mandato, di trattare questo argomento in Commissione Affari Generali.”
In realtà la cosa che andrebbe spiegata è: cosa hanno prodotto in 4 anni le sedute della Commissione Affari Generali dedicate a Encor (alcune delle quali ci risulta fossero addirittura secretate)?  Alzi la mano chi fra i correggesi e perfino fra i consiglieri comunali  oggi sa qualcosa di più rispetto al 2013 su cosa è successo durante i sette anni di vita di Encor.

E per favore illumini anche noi!
Sorprende non poco, inoltre, che il partito che amministra da tempo immemorabile Correggio definisca "fantomatico” un organismo saggiamente inserito nel Regolamento del Consiglio Comunale nel 2004 quale strumento interno “di Indagine, di Controllo e di Garanzia sull’attività dell’Amministrazione”.

C’è qualcuno di buon senso che pensa davvero che la vicenda Encor, che resterà fra le pagine peggiori della storia della nostra bella città, non meritasse un’indagine e un controllo adeguati da parte del suo più alto Organo rappresentativo?

L’attuale maggioranza non la vuole istituire? Ha i numeri per impedirlo, quindi ne prendiamo atto. Ma non pensi che tutti i cittadini siano disposti anche a bersi le pretestuose motivazioni addotte per questa scelta.

 

Quarto: la trasparenza e la partecipazione sono sempre state garantite. Il Consiglio Comunale è sempre stato coinvolto nelle decisioni necessarie per pagare il debito, nelle assemblee pubbliche convocate per presentare i bilanci annuali si è sempre risposto alle domande dei cittadini anche su Encor. Insomma, tutto quello che era in potere e dovere di questa Amministrazione per fare chiarezza sulla vicenda Encor è stato fatto.

La maggioranza che amministra Correggio continua a non capire, o meglio, a giocare sul finto malinteso tra “la vicenda Encor” - cioè vita, morte e misteri di una società di proprietà del Comune di Correggio (2007-2013) che ha generato un debito di oltre 30 mln di euro – e “le conseguenze di quella vicenda”, cioè in primo luogo il debito di 21,5 milioni di euro che il Comune di Correggio è stato condannato a pagare a causa delle famigerate lettere di patronage.

 

Sul secondo aspetto, cioè le conseguenze, Sindaco e Giunta (in particolare l’assessore al Bilancio) hanno lavorato sodo – glielo abbiamo riconosciuto in più di un’occasione – sia per ottenere accordi con le Banche risparmiando qualche milione sugli importi effettivamente dovuti, sia per  predisporre un piano di pagamento del debito che evitasse all’Ente una condizione di pre-dissesto, che sarebbe stata ancora più pesante per la Città.

Abbiamo invece criticato il tentativo di dissimulare le gravosissime conseguenze del disastro Encor, quando si è sostenuto che “i servizi di eccellenza già presenti” sono stati garantiti senza aumentate le tasse, semplicemente vendendo un po’ di patrimonio e “razionalizzando” la spesa corrente: miracoli che appartengono più alla magia delle parole che allo stato dei fatti.

Contemporaneamente la parola “trasparenza” è diventata il mantra di ogni comunicato o intervento degli esponenti della maggioranza. D’altra parte come si sarebbero potute tenere nascoste le sentenze dei giudici sui debiti con le banche o della Corte dei Conti sul bilancio comunale?

E come si poteva evitare di parlare di Encor nelle assemblee pubbliche per la presentazione dei bilanci, vista la portata dirompente che la copertura del debito ha comportato su di essi?

 

Se sulle conseguenze del fallimento di Encor la traparenza è semplicemente ridotta al minimo indispensabile, sul primo aspetto, cioè sulla vicenda Encor, la nebbia è ancora spessa. Dall’attuale Amministrazione comunale non abbiamo appreso nulla di più di quanto non si sapesse già alla fine del 2013, peraltro grazie soprattutto all’azione del nostro Comitato.

Esageriamo? A noi sembra invece di essere in buona compagnia.

Ad esempio, il capogruppo consiliare di maggioranza nonché nuovo segretario del Pd correggese  nel corso del Consiglio Comunale del  30/11/2017 ha svolto il seguente ragionamento:

“EnCor era identificato come un progetto davvero all'avanguardia, poi per tutta una serie di motivi, che potremmo star qua all'infinito, non ha funzionato, però … non è mancata trasparenza … è che tante cose non le abbiamo capite neanche noi; forse la Magistratura ci darà, come dire, qualche segnale, però, solo chi c'era forse le sa quelle cose; noi, come dire, ci comportiamo di conseguenza, ci prendiamo le responsabilità politiche, e soprattutto in questa occasione cerchiamo di gestire al meglio per i cittadini, dal punto di vista economico, tutte le ricadute che ci sono state, e che bene o male, per fortuna, spero che siano finite." (v. i verbali del C.C. pag. 47).

Evviva la sincerità! Poi però qualche domandina bisogna farsela.

Per il partito che amministrava Correggio nella scorsa legislatura e che ha sostenuto con perentorie dichiarazioni pubbliche il sindaco Iotti fino a due mesi prima di chiederne le dimissioni, che ammette di non avere capito più di tanto cosa è successo dentro e intorno a Encor tanto da provocarne il fallimento e i debiti, lo stesso partito che amministra ancora Correggio e per forza di cose si trova a gestire il pagamento di tale debito, per questo partito è normale avere la responsabilità politica di un casino pazzesco senza neppure aver mai chiesto scusa ai correggesi, non avere capito allora come e perché è successo e ancora oggi, a cinque anni di distanza, non avere nemmeno l’intenzione di impegnarsi direttamente per fare finalmente chiarezza e trasparenza, cavandosela con un “forse la Magistratura ci darà, come dire, qualche segnale, però, solo chi c'era forse le sa quelle cose”?

Non pensa, come capogruppo e segretario del partito che sia allora che ora amministra la nostra bella città, di avere invece il dovere, assieme ai suoi compagni, di fare ogni sforzo possibile per chiarire a se stesso e a noi tutti cosa è successo?

“Per evitare il ripetersi di errori abbiamo bisogno di spiegazioni per il futuro, ma anche per il passato: cosa e come è potuto succedere?”, si chiedeva lo stesso capogruppo – in sintonia con altri consiglieri di maggioranza e minoranza - pochi mesi fa durante un’assemblea pubblica dedicata alle tristi vicende accadute alla Casa di riposo di Correggio.

Se lo chiedano  anche a proposito di Encor, e facciano finalmente qualcosa di concreto per dare risposta a questa cruciale domanda.

Altrimenti l’asserita  capacita di “assumersi le proprie responsabilità” rimane una pura dichiarazione astratta che, per quanto concerne una vera operazione di trasparenza e chiarezza sulla vicenda Encor, alla prova dei fatti si è dimostrata finora piuttosto scadente.

 

PS – Nel corso della discussione sulla Commissione d’indagine su Encor nel C.C. dello scorso 27 luglio, il primo a intervenire è stato un Consigliere del Pd che si è occupato di un solo argomento: chi sono questi del Comitato Via la nebbia e come mai sono ancora qui a rognare dopo che sono ormai trascorsi 5 anni dalla loro campagna su Encor?

Vorremmo in proposito ricordare l’antico proverbio: “quando il saggio indica la Luna, lo stolto guarda il dito”. Non perda tempo, caro Consigliere,  a polemizzare col dito, si occupi piuttosto di rendere chiara e trasparente la luna e vedrà che il dito come per incanto toglierà il disturbo.

 

 

 

 

GIUGNO 2018

 

Quando En.Cor divenne di Coveri

Nei giorni scorsi abbiamo appreso dai giornali che l'imprenditore italo-svizzero Matteo Coveri è entrato nelle patrie galere dopo essere stato arrestato – a Mattinata, in provincia di Foggia - su mandato internazionale diramato dall'Interpool.

Nella storia di Correggio, nelle sue pagine peggiori, il sig. Coveri era invece entrato nel maggio 2013, quando avvenne l’acquisto di Encor da parte di Amtrade Italia srl, il cui socio unico era la svizzera Amtrade Holding AG che aveva come vice presidente il Coveri stesso.

A quell’epoca il Coveri si era già fatto una certa fama sia sul versante imprenditoriale (erano almeno otto le aziende fallite o liquidate di cui era stato ai vertici) che penale: nell’interrogazione dell’On. G. Paglia (SEL) del 20 settembre 2013 si legge che “ era stato arrestato a Panama nel 2010 per reati, a quanto si conosce, connessi al riciclaggio e alla truffa, e poi nuovamente in Croazia nel 2011, su richiesta dell'Interpol, e poi rilasciato dalle locali autorità nel 2012”.

Pare che queste informazioni l’On. Paglia se le fosse procurate senza ricorrere ai servizi segreti, ma semplicemente facendo una buona ricerca su internet.

Simili approfondimenti erano stati fatti anche da chi, nel Comune di Correggio, si era occupato della vendita di Encor?  Se sì che importanza gli si diede? A giudicare dall’esito della gara la risposta sembrerebbe negativa per entrambe le domande, ma forse ci sono fatti e documenti che ignoriamo

 

Ci sono altri aspetti di tale gara che suscitano parecchi interrogativi.

 

Il capitale sociale dell’acquirente era adeguato?

Ad esempio nel documento “Presentazione di Amtrade Holding Ag”, inserita nell’offerta di Amtrade Italia srl – l’unica azienda che partecipò alla gara per l’acquisto di Encor – si sostiene che “dalla data di costituzione al 31.03.2013 la società è stata capitalizzata con un importo di CHF 125 milioni ed è previsto un aumento della stessa entro fine 2013 fino a CHF 500 milioni”. (CHF= franco svizzero; equivalenti rispettivamente a EUR 108 milioni ed EUR 434 milioni).

Ma ciò non era vero: il capitale sociale al momento della gara era CHF 1.000.000 (equivalenti a EUR 870.000), come risulta da visura camerale.

Di questa rilevante dissonanza i componenti della Commissione Esaminatrice avrebbero dovuto accorgersene: a pag. 3 del verbale delle sedute si dice infatti che “Nel frattempo la commissione ha provveduto a richiedere all’ufficio amministrativo legale copia della visura camerale della società Amtrade Italia srl e successivamente della sua controllante Amtrade Holding AG che vengono acquisite agli atti della commissione”. Eppure di questa differenza non sembra esserci adeguata traccia né nei verbali né nella valutazione. O anche in questo caso c’è qualcosa che ci sfugge?

 

L’esperienza e la competenza dell’acquirente erano adeguate?

Dubbi e interrogativi suscitano anche l’esperienza e la competenza che potevano vantare Amtrade Italia srl e la sua controllante.

Al momento della gara entrambe le società erano state costituite da pochi mesi, non avevano dipendenti, esperienza e competenza. Amtrade Holding AG era stata iscritta al Registro di commercio del Cantone di Zugo (Svizzera) il 9/10/2012 (6 mesi prima della gara) con capitale sociale di CHF 100.000 (EUR 87.000), presidente Richard Friedl, vicepresidente Matteo Coveri. In data 12/3/2013 (un paio di mesi prima della gara) il capitale sociale era stato portato a CHF 1.000.000 (EUR 870.000). Risultava essere senza dipendenti. Il 12/8/2013 Matteo Coveri ne divenne Presidente.

Amtrade Italia srl era stata creata il 7/12/2012 (5 mesi prima della gara) con capitale sociale di EUR 10.000; amministratore unico era Richard Friedl. Da una visura camerale del 7/6/2013 la società risultava inattiva e senza dipendenti.

Nel settembre del 2013 alcuni componenti del nostro Comitato si fecero una gita a Gorlago (BG), per visitare la sede di Amtrade Italia srl, collocata secondo i documenti ufficiali in via Tri Plok 37. Trovammo una palazzina in cui avevano sede un commercialista, un concessionario auto, una società immobiliare  e alcune altre società; non trovammo alcuna indicazione di ufficio, campanello o cassetta della posta intestati ad Amtrade Italia srl. Se ne poteva deduce che Amtrade Italia non aveva lì nessun ufficio o addetto, ma solo un recapito legale (probabilmente presso il commercialista); d’altra parte nei documenti non venivano dichiarate altre sedi operative. Il suo Amm.re Unico, sig. Giuseppe Schmidt, risultava domiciliato lì ma certo non vi non vi risiedeva, dato che nella palazzina non vi erano appartamenti ma solo uffici. Quindi la società sembrava inattiva non solo sulla carta ma anche di fatto. Insomma, la concretezza di Amtrade Italia srl aveva le sembianze di una semplice cartellina contenente i pochi atti legali.

Ma certo ci sbagliavamo, perché contemporaneamente a Correggio il Sindaco Iotti e il suo partito manifestavano invece tranquillità e orgoglio per il nuovo destino “privato” di Encor

Abbiamo portato sul territorio investitori in un settore innovativo” dichiarava Marzio Iotti; si suonavano le trombe per la “multinazionale” Amtrade: “un operatore qualificato del settore”.

Riteniamo un fatto assolutamente positivo che il bando per la vendita delle quote abbia trovato un acquirente, perché questo permetterà la continuità aziendale e eviterà la perdita di posti di lavoro per altro creati dalla stessa En.Cor. E le politiche ambientali avviate dal Comune non si interromperanno cambiando la proprietà, si continuerà ad investire e produrre energia da fonti sostenibili.” (PD 13.8.2013). Per queste ragioni il Partito “conferma la fiducia al sindaco e alla giunta e ha condiviso il percorso che ha portato alla vendita di En.Cor.” (PD 30.8.2013)

Tutto giusto; non c’è che dire: previsioni azzeccate al 100% !

Eravamo noi a non capire nulla allora e a rimanere oggi gli unici a chiedersi come e perché la storia successiva abbia invece voluto andare, testardamente, in direzione opposta?

Ma su questo torneremo. Per il momento procediamo con i dubbi e gli interrogativi sulla vendita di Encor.

 

Era inevitabile che i debiti con le banche restassero in carico al Comune?

Uno di questi è di particolare importanza, perché produce ancora oggi i suoi effetti perversi.

Nel momento della vendita si fece tutto quel che era possibile per evitare che i 28 milioni di debiti con le banche che Encor aveva accumulato prima della vendita e che erano “garantiti” dalle lettere di patronage  rimanessero sul groppone del Comune e quindi di noi tutti?

Nel numero di settembre di Primo Piano, la Giunta Comunale offrì la sua perentoria risposta a questo dubbio che preoccupava non solo noi ma tutta la città:“I circa 28 milioni di euro di finanziamenti a suo tempo concessi sono una questione che riguarda la nuova E.Cor. e le banche finanziatrici”.

Per poter ostentare ex post tanta sicurezza sarebbe stato necessario, ex ante, cautelarsi adeguatamente.

Ad esempio, perché non venne inserito come condizione obbligatoria per l’aggiudicazione l’ottenimento preventivo del gradimento delle banche creditrici, al fine dell’assunzione diretta da parte dell’acquirente del patronage (o di altre idonee forme di garanzia equivalenti) dei finanziamenti erogati?

Perché, invece, nel bando questa era solo una possibilità? Equiparata come punteggio “all’impegno, sorretto dalle garanzie che il Concorrente vorrà indicare in sede di offerta, a definire con gli Istituti di Credito idonei strumenti sostitutivi delle patronage estinte”.

E le banche avrebbero dovuto sentire garantiti i loro 28 milioni di credito dai 10.000 EUR del capitale sociale di Amtrade Italia?

Infatti i debiti li sta pagando il Comune, ovvero tutti noi cittadini!

 

Tralasciamo in questa sede di descrivere analiticamente gli interrogativi che suscita la deliberazione del Consiglio comunale n. 69 del 26 giugno 2013, con la quale vennero assunte diverse importanti decisioni, in conseguenza anche del fatto che – si diceva nella motivazione dell’atto – “successivamente all'aggiudicazione definitiva, nelle more della verifica dei requisiti necessari alla stipulazione dell'atto di cessione delle quote di En.Cor, Amtrade Italia, nella sua qualità di aggiudicataria definitiva e di futuro socio unico di En.Cor, ha formulato al Comune (…) alcune proposte funzionali alla attuazione, al più completo sviluppo e alla implementazione del Piano Industriale presentato in sede di gara”.

 

Appare quantomeno strano e irrituale che, a gara già aggiudicata, il Comune abbia accettato richieste avanzate da Amtrade, alcune anche gravose sul piano economico.

Trattandosi di cambiamenti importanti alla realtà precedente l’emissione del bando di gara

per la vendita di En.Cor, viene da chiedersi se in qualche modo questo potesse rappresentare una modifica ex post dell’oggetto della gara stessa, a vantaggio del vincitore della stessa.

 

Concludiamo questa breve rassegna di dubbi e interrogativi con la seguente domanda: da chi come e quando è stata pagata la somma di 202.000 EUR per il passaggio di proprietà di Encor dal Comune ad Amtrade Italia?

 

L’interrogativo venne posto con insistenza dal Collegio dei revisori dei conti nell’estate del 2013, dopo aver constatato che il 28 giugno, al momento del passaggio della proprietà di Encor dal Comune ad Amtrade Italia, il pagamento dei 202.000 EUR era stato effettuato da … Encor.

Questo fece sorgere ai revisori il dubbio che nella compravendita - che in teoria avrebbe dovuto riguardare Comune e Amtrade Italia - fosse spuntato un “socio occulto”, cioè Encor che comprava se stessa creando così una situazione illecita. I revisori chiedevano pertanto lumi e, soprattutto, di vedere le prove dei pagamenti coi quali Amtrade rimborsava Encor per l’anticipazione del prezzo del suo acquisto. Grazie alla loro insistenza, finalmente,  all’inizio di dicembre – come venne documentato dal quotidiano “Prima Pagina” – il Comune rese note le prove documentarie fornite da Encor per tale pagamento: due bonifici di 101.000 EUR ciascuno effettuati il 13 settembre e il 1 ottobre da Amtrade Holding AG con la seguente causale: “restituzione anticipo a AMTRADE Italia Srl del 27/06/2013 in nome e per conto di Amtrade Italia”.

Al di là di eventuali illeciti compiuti in quei passaggi – che non compete certo a noi andare a verificare – rimane il fatto che fu la ditta acquistata (Encor) e non quella acquirente (Amtrade) ad anticipare i soldi necessari per il passaggio di proprietà. Il che non suona proprio benissimo, e che comprensibilmente consentì a “Prima Pagina” di porre questi interrogativi:

“Perché Amtrade Italia non era nella possibilità di pagare all’atto di vendita? (…) Perché il PD e il Sindaco Iotti parlarono di investimenti sul territorio e di ricadute positive per la continuità produttiva se anche nel momento della cessione a pagare era stata una società appena divenuta privata, ma che in cassa aveva ancora soldi della precedente gestione pubblica?”

Nelle casse della nuova Encor di proprietà privata nel luglio 2013 il Comune versò quasi un milione di euro, in massima parte in esecuzione di alcune decisioni assunte con la citata deliberazione del Consiglio comunale n. 69 del 26 giugno 2013: acquisto del 2° lotto della scuola elementare "San Francesco d’Assisi", retrocessione di diritti di superficie, saldo della permuta di terreni e altro.

Come vennero impiegati quei soldi?

A finanziare gli investimenti del grandioso Piano industriale proposto da Amtrade per vincere la gara per l’acquisto di Encor? Questa ipotesi sembrerebbe contrastare con quanto dichiarato il 28 ottobre 2016 alla Gazzetta di Reggio dall’ing. Davide Vezzani (già direttore di Encor quando proprietario ne era il Comune e Amministratore Unico il dott. Luciano Pellegrini – nel contempo anche Direttore Generale del Comune – Vezzani venne poi promosso a quest’ultimo ruolo dopo l’acquisto da parte di Amtrade)

Non c' è mai stata chiarezza sul perché Amtrade non abbia mai messo a disposizione le risorse per andare avanti, tanto che a fine 2013 non mi è rimasto che chiedere il fallimento

Oppure quei soldi vennero impiegati per pagare i debiti con le banche?

Ah, no, dimenticavamo: a quelli sta provvedendo ora il Comune di Correggio, dal momento che la nuova Encor dal luminoso futuro il 24 gennaio 2014 era già fallita ma i debiti erano ancora lì.

Chissà allora come vennero impiegati?

 

In conclusione: molti debiti ma zero chiarezza

Ecco, i debiti di Encor: i 21,45 milioni di euro che i Correggesi stanno pagando (di cui quasi 7,5 milioni entro la fine di quest’anno e altri 4 milioni entro la fine del 2019) sono una delle pochissime certezze del disastro Encor.

Sono trascorsi cinque anni dalla vendita e quattro anni e mezzo dal suo fallimento e non sono stati fatti neppure dei tentativi per fornire risposte “ufficiali” ai tanti interrogativi e misteri che circondano la vicenda Encor: molti di più di quelli che abbiamo sollevato in questo testo che peraltro riguarda solo la fase conclusiva di questa tragica storia.

E’ stato il più importante avvenimento nella recente storia amministrativa del Comune di Correggio – con rilevantissimi danni economici e morali - ma i cittadini non hanno diritto nemmeno ad una Commissione Consigliare che indaghi su questo fallimento che, come spieghiamo ormai da anni, non costituisce alcuna sovrapposizione né intralcio rispetto alle indagini della Magistratura.

Ai cittadini tocca solo pagare, non hanno diritto ad avere almeno un tentativo di verità?

Lo troviamo offensivo e insopportabile. Tanto più grave perché questo atteggiamento accomuna il Sindaco e tutti i gruppi consiliari, sia di maggioranza che di minoranza: nessuno ha proposto nelle sedi opportune l'istituzione di tale Commissione, né ha ritenuto di dover almeno spiegare perché non è il caso di attivare questo strumento, previsto dallo Statuto del Comune, mica un'invenzione nostra.

Né sono state adottate altre forme o iniziative per fare chiarezza e trasparenza; in quattro anni di consigliatura non c’è stato nemmeno il minimo sindacale di un’assemblea pubblica dedicata alla vicenda Encor.

Potranno continuare a ignorare le nostre richieste, ma qualche risposta/spiegazione dovranno darla ai cittadini fra un anno, quando si andrà a votare per il rinnovo del Sindaco e del Consiglio Comunale.

Per parte nostra continueremo a segnalare chi fa o non fa cosa.

 

Infine, non possiamo tacere un certo disappunto per il fatto che non c'è stato ancora alcun riscontro né all’Esposto presentato il 4 dicembre 2013 alla Procura Regionale della Corte dei Conti (e inviata per conoscenza anche alla Procura della Repubblica di Reggio Emilia) da parte del “Comitato Via la Nebbia” a nome dei più di mille cittadini che ne hanno sottoscritto la petizione; né ad analoghe iniziative prese da parte del Comune di Correggio (secondo quanto comunicato dall’ufficio stampa del Comune di Correggio del 16 novembre 2016).

 

 

20 gennaio 2018

 

Encor: un grave deficit non solo economico ma anche di chiarezza

 

Abbiamo visto con piacere che, dopo il nostro comunicato, anche l'Amministrazione Comunale ha sentito il bisogno di fornire un riepilogo della situazione debitoria nei confronti delle banche a causa delle famigerate lettere di patronage.

 

Nulla si dice invece rispetto alle altre perdite subite dal Comune:

• almeno 4.903.500 euro di conferimenti di beni e denaro fatti a Encor quando era di sua ‘proprieta' e non più recuperabili;

•  almeno 1.206.624 euro di costi sostenuti dal Comune per spese legali, consulenze, imposte e tasse sempre legate alla vicenda Encor

 

Noi non siamo interessati a fare polemiche fini a se stesse con l’attuale Amministrazione, quanto invece a valutare quanto viene detto e fatto (o non fatto) sulla vicenda Encor e a dire la nostra quando ci sono cose che non ci convincono. All’attuale Sindaco, ad esempio, va riconosciuto che le pesantissime conseguenze del fallimento di Encor le ha ereditate dalla precedente Amministrazione di cui non faceva parte. Giustificazione che non vale invece per il suo partito, che da 70 anni esprime il governo della città.

 

Va altresì apprezzato l’impegno che Ilenia Malavasi e la sua Giunta hanno messo nell’affrontare le conseguenze di tale eredità, ad esempio ottenendo un significativo “sconto” dalle tre banche creditrici.

 

Non ci piace, invece, che il sindaco non ci dica nel dettaglio:

• Quali sono state finora le vendite patrimoniali e quanto hanno consentito di realizzare?

• Quali sono state finora le razionalizzazioni della spesa corrente e quanto hanno consentito di realizzare?

considerando che il totale deve dare circa 10.000.000 di euro.

 

E non ci piace nemmeno il tentativo di dissimulare, visto che nasconderle non si può più, le gravosissime conseguenze del disastro Encor. Quasi che i correggesi fossero dei “minori” a cui non si può dire tutta la verità; anche se un sospetto viene: la Sindaca sarebbe altrettanto soft se l’Amministrazione che ha creato cotanto casino fosse stata guidata da un partito diverso dal suo?

 

Anche nel suo ultimo comunicato,  si continua a sostenere che “i servizi di eccellenza già presenti” sono stati garantiti (così come i posti di lavoro dei dipendenti comunali) e non sono aumentate le tasse. Come si è ottenuto questo encomiabile risultato? Vendendo un po’ di patrimonio e “razionalizzando” la spesa corrente.

A quanto ammonta questa “razionalizzazione”?  Le variazioni di bilancio approvate per far fronte al debito con le banche stabiliscono che dei complessivi 21.450.000 euro, 8.474.125 euro sono stati o saranno pagati (fra il 2016 e il 2019) facendo ricorso a risorse di parte corrente (compreso un avanzo di amministrazione 2015 di 1.679.948 euro). Stiamo parlando di soldi che servono per il quotidiano funzionamento dell’Ente.

 

“Razionalizzare”, dice il dizionario Garzanti, è “l’atto di rendere più efficiente e rispondente allo scopo”.  Si sta quindi sostenendo che diminuendo mediamente la spesa corrente di un paio di milioni all’anno si potevano e si potranno fare le stesse cose di prima e anche meglio? Ovvero che prima ogni anno si spendevano 2 milioni in più di quanto sarebbe stato necessario? Messa così si potrebbe arrivare alla conclusione che la vicenda Encor anziché un disastro è stata un toccasana per Correggio.

 

Per favore, un po’ di rispetto per l’intelligenza dei cittadini!  Se non si vuole chiamarli col loro nome, cioè “tagli”, quantomeno li si definisca “consistenti risparmi di spesa corrente”, come fa la Corte dei Conti.

 

Noi siamo disponibili – e lo diciamo senza ironia – a riconoscere la fatica e anche la frustrazione di chi ha scelto di amministrare la nostra città in un momento in cui ci si deve soprattutto occupare di come pagare debiti.

Per contro, vogliamo che si capisca che molti correggesi, compresi noi, non sono disposti ad accontentarsi di generici e tranquillizzanti comunicati.

 

Per questo avanziamo due proposte.

 

1- Creazione di una sezione apposita sul sito ufficiale del Comune di Correggio,

che metta a disposizione di tutti i cittadini tutta la documentazione:

 

¥ le sentenze delle magistrature (civile e contabile)

¥ la situazione aggiornata delle scadenze di pagamento del debito per l'anno corrente e gli anni a venire

¥ le rate effettivamente pagate

¥ le vendite di patrimonio e le somme incassate

¥ spiegazioni chiare e dettagliate su dove e in che misura si sono fatti e si faranno quei “consistenti risparmi di spesa corrente” che servono a pagare 8,5 milioni di euro di debito entro il 2019

¥ le altre spese (legali, tasse, imposte, consulenze, ecc.) che il Comune ha gia' sostenuto (anche nelle scorse  consiliature) o sosterrà a causa della vicenda Encor

¥ una rassegna stampa aggiornata

 

E’ una richiesta minima di chiarezza e trasparenza che estendiamo anche ai gruppi consiliari di maggioranza e minoranza.

 

Una richiesta che crediamo dovrebbe essere fatta propria anche da sindacati e associazioni: non sono, pure loro, interessati ad avere queste informazioni, o hanno già tutto chiaro?

Questo sarebbe un primo passo verso una vera trasparenza.

 

2- Creazione di una Commissione Consigliare di indagine su EN.COR.

 

“La città – ha dichiarato pochi giorni fa la Sindaca - per superare questa vicenda, ha bisogno di chiarezza, di capire cosa è successo e di chi sono le responsabilità”.

Sono quattro anni e mezzo che ripetiamo questa richiesta, siamo nati proprio per questo; che ora lo sostenga anche la Malavasi non può che riempirci di gioia.

 

Molto più perplessi ci lascia la sua conclusione: “solo la magistratura, però, potrà dircelo”.

 

Che occorra verificare se nella vicenda Encor sono stati commessi degli illeciti siamo stati i primi (e per molto tempo gli unici) a sostenerlo e fare un passo concreto in tal senso; tanto è vero che più di quattro anni fa mandammo un esposto alla Corte dei Conti di Bologna e per conoscenza alla Procura della Repubblica di Reggio.

 

Ma non c’è solo la magistratura che può e deve avere un ruolo in questa operazione di verità. Pur ritenendolo improbabile, supponiamo che le indagini della magistratura non approdino a nulla; dovremmo allora concludere che Encor è stato un grande successo, magari da ripetere?

 

Al di là degli eventuali illeciti sui quali può indagare e pronunciarsi solo la magistratura, è evidente che dentro e intorno ad Encor si sono verificati fatti e comportamenti gravi e deprecabili anche sul piano morale e politico, incompatibili con una corretta e trasparente gestione di un Ente pubblico e di una sua società partecipata.

 

Promuovere un’azione di verità sulla più grave vicenda (escluse le calamità naturali) che ha toccato Correggio negli ultimi settant’anni dovrebbe essere un imperativo categorico,  innanzitutto per chi ha un ruolo di governo della città. Senza nascondersi dietro la magistratura, come spesso purtroppo fa la politica.

 

Noi pensiamo sia indispensabile attivare uno strumento istituzionale che è a disposizione. Lo Statuto del Comune, infatti, all’art. 16-comma 1, stabilisce che “il Consiglio Comunale può istituire commissioni di indagine, di controllo e di garanzia sull'attività dell'Amministrazione”.

 

I partiti e gruppi politici presenti ora in Consiglio Comunale non pensano che sia il caso di utilizzarlo per indagare su una vicenda così grave come En.Cor, almeno finché è rimasta una società controllata al 100% dal Comune?

Non pensano che sia necessario capire come e perché  si è arrivati al tragico epilogo che conosciamo: quali errori politici, gestionali, imprenditoriali, tecnici sono stati commessi; sulla base di quali documenti e competenze sono state prese le decisioni; dove, quando e da chi non sono stati fatti i controlli che sarebbero stati necessari; se ci sono state inopportune sovrapposizioni fra controllati e controllori; quali erano le previsioni di sviluppo e di ricavo e quali sono stati invece i risultati; sulla base di quali professionalità  sono state scelte le tecnologie; le modalità con cui il Comune ha ceduto Encor e poi sono stati perfezionati e approvati gli accordi con l'acquirente privato; e così via. Certo non mancano gli aspetti, non necessariamente illeciti, da chiarire e gli interrogativi a cui dare risposte convincenti e ufficiali.

 

Ma soprattutto, non pensano che sia necessario “fornire una verità” su come e perché si è arrivati a questo punto, verità che può essere cercata solo da un organo istituzionale come il Consiglio Comunale: sulla base di quali documenti sono state prese le decisioni, dove, quando e da chi non sono stati fatti i controlli, quali erano le previsioni di sviluppo e di ricavo, con quali tecnologie ecc. ?

Si tratterebbe di un lavoro impegnativo e faticoso? Certo che sì. Ma gli attuali amministratori, di maggioranza e opposizione, non pensano che i correggesi se lo meritino?

 

I risultati di questo lavoro di indagine andrebbero poi presentati in apposite assemblee pubbliche, ponendo rimedio finalmente al fatto, scandaloso, che nei quattro anni trascorsi dal fallimento ufficiale di Encor il Comune non abbia sentito il bisogno di convocare neppure un’assemblea pubblica dedicata espressamente a questa vicenda. Se consideriamo che il sindaco Iotti venne sfiduciato anche per il “mancato coinvolgimento della cittadinanza attraverso un percorso di assemblee pubbliche” (documento del direttivo del PD del 23 novembre 2013).

 

Questo sarebbe un segno di vera trasparenza. E un contributo alla cultura politica della città: capire cosa e come è successo per evitare che si possa ripetere.

 

 

9 Gennaio 2018

 

Tempo di Bilanci diradata la nebbia,

quanto ci è costata En.Cor.:

 

Abbiamo aspettato che avvenisse il miracolo, che con l’anno nuovo non ci fosse più bisogno di parlare e di preoccuparsi di Encor. Abbiamo sperato anche noi che fossimo finalmente arrivati “alla conclusione” e che la nostra città potesse “ritornare a guardare a un futuro che non abbia come unico orizzonte il lascito di questa brutta vicenda”, come aveva dichiarato la Sindaca Malavasi un mese e mezzo fa.

I numeri però ci descrivono una realtà diversa, non si lasciano commuovere dal condivisibile desiderio di lasciarsi tristezze e preoccupazioni alle spalle. I numeri ci ricordano che, ahinoi, più di metà del debito con le banche dobbiamo ancora pagarla, e i sacrifici necessari per poterlo fare appartengono non solo al passato ma anche al futuro della nostra città.

 

L'accordo tra il Comune di Correggio e la Banca Nazionale del Lavoro dello scorso novembre, infatti, ha completato il quadro dei debiti piombati sul Comune di Correggio grazie alla disastrosa avventura politico-imprenditoriale di Encor.

Perciò vale la pena di tirare una bella riga e fare qualche somma.

Prima di tutto sul piano economico: agli 11.450.000 euro “concordati” col Banco Popolare e con San Felice 1983 Banca Popolare, a seguito di due sentenze avverse al Comune del 2016, si aggiungono ora altri 10.000.000 di euro della BNL.

In definitiva, il debito certo e consolidato raggiunge la ragguardevole cifra di 21.450.000 euro, con le seguenti scadenze di pagamento concordate con le banche:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quindi, ben 11.425.969,81 euro restano ancora da pagare.

 

Ma il conto non si ferma qui: bisogna anche considerare quanto il Comune ci ha già rimesso con Encor, al di là del debito con le banche.

La Corte dei Conti (nella propria delibera n°89 dell’ottobre 2016) fornisce una conferma ufficiale a ciò che noi avevamo già evidenziato nel 2013, e cioè che il Comune aveva fatto “numerosi conferimenti di beni patrimoniali in favore della società En.cor; in particolare nell’esercizio 2012 sono stati trasferiti alla società beni per un importo di € 3.690.000 con conseguente depauperamento del patrimonio dell’ente … situazioni che sono al vaglio della Procura contabile regionale”.

Questa somma, peraltro, non comprende il valore del terreno di proprietà comunale su cui è stata costruita la centrale EVA, anch’esso perso col fallimento di Encor: e sono altri 913.000 euro.

Poi vanno quantomeno considerati i  300.500 euro  prestati o anticipati  dal Comune a Encor e a SOER; “le possibilità di recuperare i crediti in questione appaiono praticamente nulle”, sostiene sempre la Corte dei Conti. Totale: 4.903.500 euro.

In conclusione: fra conferimenti non più recuperabili fatti a Encor mentre era in attività e debiti da pagare ora alle banche, il totale di quanto è costata al Comune di Correggio (cioè a tutti noi) questa magnifica impresa ammonta a 26.353.500 euro: 1.025 euro per ognuno dei circa 25.700 correggesi, neonati compresi.

 

E all’elenco manca ancora qualcosa. Ad esempio sarebbe interessante sapere con precisione quanto il Comune ha speso finora (nella passata e nella presente consiliatura) per spese legali, consulenze, perizie, imposte e tasse in qualche modo legate alle vicende Encor: ad oggi risultano 906.624 euro, di cui 521.500 euro di imposta di registro. (Di seguito potete trovare l’elenco completo delle delibere giustificative di questa spesa e le delibere stesse nella nostra pagina I documenti raccolti).

A questi importi andranno aggiunti 300.000 euro per l’imposta di registro sulla sentenza BNL, per un totale di ulteriori 1.206.624 euro.

E’ vero che pagando i debiti alle banche il Comune subentrerà a loro come creditore verso il curatore del fallimento (nella persona del dott. Nicola Filippo Fontanesi nominato il 28 gennaio 2014: a proposito, che fine ha fatto? se c’è ancora batta un colpo, per favore) ma quel che si potrà riavere indietro l’avremo pagato molto molto caro.

 

 

Correggio, 9 Gennaio 2018

 

Comitato Via la Nebbia - Correggio

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ELENCO SPESE E IMPOSTE

Il Comune di Correggio al 9-1-2018 ha pubblicato le determine e le delibere soltanto fino al 25 ottobre 2017, quindi potrebbero esservi altre spese non ancora a noi note.

Tutti i documenti citati nell'elenco sono consultabili alla nostra pagina

I documenti raccolti