Cosa siamo riusciti a portare alla luce del sole
Abbiamo pubblicato qui, giorno per giorno, le informazioni e i fatti che via via sono emersi in virtù della nostra raccolta di documenti. Si può notare come il numero e la gravità degli eventi non lascino dubbi sul fallimento di questa esperienza. Ancora tanti sono gli interrogativi che rimangono.
S.1 - E' chiaro che i cittadini sono stati tenuti all'oscuro
2007-2013: sei anni di mancata informazione ai cittadini, su En.Cor
Abbiamo registrato, recentemente, diversi interventi del sindaco sulla stampa, in risposte a critiche di rilievo, ma quello che noi, tanti cittadini, stiamo riscontrando è che è mancata totalmente una adeguata informazione sulla vicenda En.Cor.
Mentre in passato il sindaco ha meritoriamente coinvolto i cittadini nel condividere alcuni progetti; mentre ha, per anni, illustrato il Bilancio Comunale andando anche nelle frazioni, sulla società En.Cor (sino a poche settimane fa di proprietà del comune e quindi pubblica) non abbiamo assistito, in sei anni, a nessuna rendicontazione puntuale e pubblica.
La cosa non è di poco conto considerando che scopriamo, adesso, che sono stati fatti enormi (per il ns comune) investimenti a rischio: pare che a vendita effettuata le perdite superino i 5 milioni di euro e che vi siano ancora molte incognite.
Vi sembra questo il modo di gestire responsabilmente e con trasparenza il bene comune ?
S.2 - E' già certa una perdita di oltre 5 milioni, per il nostro comune, cioè per noi tutti
Secondo una ricostruzione documentata, i valori che il Comune ha conferito a En.Cor e che sono andati persi con la vendita, sono:
Valore terreno per edificio Eva 913.000 €
Valore terreni comunali conferiti 3.690.000 €
Avanzo di Bilancio Comunale 250.000 €
Progetto Teleriscaldamento da Regione ER 280.000 €
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TOTALE PERDITE CERTE 5.133.000 €
Inoltre registriamo sul quotidiano locale "La nuova Prima Pagina" la dichiarazione del consigliere comunale Ferrari che indica come valore perso anche
Finanziamento dalla regione ER per gasificatori 600.000 €
Contributo Comunità Europea per prog. LIFE 746.192 €
Si arriva così a circa 6.500.000 € di valore andato in fumo
E' piuttosto ovvio che questi milioni potevano essere meglio impiegati.
Cosa invece ha dichiarato pubblicamente e in un
comunicato stampa il Sindaco ?
“En.Cor: i cittadini non hanno speso nulla”
(11 agosto 2013 – Comunicato stampa – sito PD Correggio)
In effetti è vero, li ha spesi lui, per noi, senza dircelo e addirittura facendo il falso ingenuo,
ma è patrimonio pubblico, sono soldi pubblici, cioè nostri.
S.3 - C'è ancora un rischio di dover pagare (perdere) altre decine di milioni
C'è un impegno del Comune con 3 Banche per circa 28 milioni di euro
In questi anni il Comune ha garantito, con lettere di patronage (una sorta di fidejussioni), prestiti bancari ad En.Cor per almeno 28 milioni di euro.
Adesso En.Cor è stata venduta a una società privata ma pare che gli impegni del Comune verso le banche siano rimasti tali.
Una cosa particolarmente strana e rischiosa, ancora irrisolta, per quanto se ne è potuto sapere.
Cioè nel caso En.Cor non paghi i debiti, le Banche possono rivalersi sul Comune...
"Io, speriamo che me la cavo"
Questo sembra essere il ragionamento del Sindaco. Peccato che qui si parli delle sorti del comune, delle sorti delle finanze pubbliche, dei nostri soldi, non dei suoi.
La speranza è dovuta più che altro a un cavillo legale, non a solide garanzie. Un cavillo contrattuale che consentirebbe al Comune di non onorare gli impegni assunti. Così dice il consulente legale del comune avv. Coli in un parere scritto.
Siamo ai livelli dei "furbetti del quartierino".
S.4 - Persi in Africa 1.400.000 euro ?
L’avventura africana di En.Cor, molto oscura,
ma con una perdita secca di 1.400.000 euro?
Nella nostra ricerca di informazioni attendibili troviamo che En.Cor, (società del Comune di Correggio)
ha effettuato investimenti in Senegal (Africa) per 1 milione e 400 mila euro, con ricavato ...
(c'è chi dice: zero).
Avventura che si è avvalsa di due società Encor-Senegal ed Italsenegal di cui si è saputo ben poco.
“ENCOR ha rilevato due partecipazioni in società di diritto senegalese tramite le quali ha avviato l’attività di coltivazione a livello estensivo di jatrofa e di ricino”
(Relazione degli Advisors, pag.10) vedi qui pagina I documenti raccolti.
Come risulta anche dalla Nota integrativa al Bilancio di Encor 2011:
“Partecipazioni in imprese controllate. Sono qui iscritte le partecipazioni nelle due società controllate, ENCOR-SENEGAL ed Italsenegal.” (Nota integrativa al bilancio 2011 di ENCOR, pag 6).
Queste partecipazioni sono rimaste misteriose anche per l’Analisi commissionata a due Advisors, visto che a inizio 2013 mancava il Bilancio 2011: “Gli investimenti effettuati in Africa, in parte direttamente dalla società ENCOR ed in parte tramite la società controllata ITALSENEGAL, seppur comprensibili sotto il profilo industriale, sono caratterizzati dalla mancanza di adeguati supporti documentali e contrattuali. Infatti, pur trattandosi di un investimento consistente, pari a circa € 1,2 milioni, non ci è stato possibile ricostruire, su base documentale, la natura degli acquisti di beni e servizi effettuati con la maggior parte di queste somme. L’assenza del bilancio al 31/12/2011 della società partecipata ITALSENEGAL, alla quale sono stati erogati finanziamenti per circa € 0,7 milioni, rappresenta una grave mancanza gestionale” (Relazione degli Advisors, pag.13).
Due società e ingenti investimenti senza nessun rendiconto contabile, men che meno politico.
Troviamo una ricostruzione attendibile di questa avventura africana di En.Cor (società del Comune di Correggio, è bene ricordarlo) nel quotidiano “La nuova Prima Pagina” del 20/08/2013. “ … I guai in En.Cor sono cominciati quando si è palesata l’impossibilità di acquistare a prezzi convenienti l'olio vegetale per alimentare i motori che dovevano produrre energia elettrica e calore per alimentare una rete di teleriscaldamento nel Comune a beneficio soprattutto degli edifici pubblici. Ecco dunque il progetto di auto prodursi l'olio vegetale nel paese africano, dove sembrava possibile coltivare jatropha una pianta da cui estrarre olio. Sulla carta, l'operazione Senegal poteva essere anche un'ottima idea. … En.Cor compra così le quote di una società privata già operante in luogo, la Italsenegal, poi acquisita al 100% e ne assume la gestione. Ma per avviare le coltivazioni servono grandi estensioni di terreno. E per fare questo è indispensabile appoggiarsi a imprenditori del luogo. Una volta terminati i preliminari e portati in Senegal macchinari, tra cui aratri e ruspe per il valore di 700mila euro, si scopre che gli accordi firmati per sfruttare a livello intensivo la concessione sugli appezzamenti di terreno non sono validi perché presi con chi non aveva titolo sui terreni. In pratica la società di En.Cor scopre di non aver alcun diritto su quei terreni dopo aver già realizzato infrastrutture e portato sul luogo i macchinari. Perso un anno di lavoro si ricomincia con la ricerca di nuovi terreni ed un nuovo socio, “
… ma dopo altre costose peripezie ...
”… la coltivazione della jatropha si rivela un clamoroso fallimento perché i tempi previsti non sono rispettati e nascono continue difficoltà perché la coltura intensiva non è praticata ed è tutto da sperimentare.
En.Cor nella partita africana mise a disposizione i suoi pezzi da 90. A trattare direttamente con l'Africa andava spesso giù l'amministratore unico Luciano Pellegrini, che è anche direttore generale del Comune e che dovette passare molti periodi sul Tropico del cancro per cercare di seguire la partita.
Assenze, si lamentavano in Comune, che non dovrebbero essere giustificate per un direttore generale che stava là anche 15 giorni al mese.”
Ma l’avventura si conclude con un nulla di fatto:
“… ed il fallimento dell’impresa africana, con il relativo strascico di soldi buttati, circa 1,4 milioni di euro tra macchine e altri costi, e bilanci mai presentati, ha portato la società energetica del Comune a dover fare i conti con la realtà. (La nuova Prima Pagina, 20 agosto 2013).
S.5 - Persi in Romania 700.000 euro ?
Persi in Romania 700.000 euro ?
Dai documenti raccolti si viene a conoscenza della perdita di oltre 700.000 euro
dovuta ad un acconto (di 727.391 € + iva) versato per una fornitura di olio (per alimentare i motori che producono energia rinnovabile).
Olio che doveva arrivare dalla Romania (soc. Nelli Oil Cel. Tech. Srl)
per effetto di un contratto stipulato con una società di trading italiana (Pieffe Trade srl).
Contratto e versamento effettuati nel 2011, ma
dopo un anno e mezzo, l’olio non è arrivato
ed En.Cor non aveva neanche provato a contestare il fatto
o richiedere la restituzione dell’acconto.
Questa nostra ricostruzione fa riferimento a questi due passaggi, che riportiamo, della
Relazione degli advisor “Il Comune di Correggio e la società ENCOR”, pag.9 e pag. 12. Relazione consultabile qui alla pagina dei Documenti.
Inoltre il fatto è documentato dai Revisori dei Conti del Comune di Correggio:
Qui di seguito un passo della "Lettera del Collegio dei Sindaci Revisori del Comune di Correggio del 14/03/2013, indirizzata all’Amministratore Unico di ENCOR Luciano Pellegrini, al Sindaco Revisore di ENCOR Giacomo Ballo, al Sindaco Marzio Iotti ed al responsabile del procedimento del servizio di advisor Daniele Cristoforetti. Relazione consultabile qui alla pagina dei Documenti.
Ci risulta che SOLTANTO DOPO questa segnalazione degli Advisor e dei Sindaci revisori del Comune, ENCOR si sia attivata ed abbia fatto intervenire un avvocato, se non altro per poter dire che ha cercato di recuperare i 700.000 euro persi.
S.6 - Il nostro comune dato in pegno ?
Il comune di Correggio dato in pegno!
Il debito di En.Cor e i conseguenti rischi per i correggesi
Il debito contratto da ENCOR mentre era ancora posseduta interamente da Comune e i rischi che possono gravare sui correggesi anche dopo la sua vendita ad Amtrade Italia s.r.l. è una delle questioni più importanti di tutta questa vicenda.
In primo luogo perché si tratta di circa 28 milioni di euro: una cifra enorme nella dimensione correggese, quasi il doppio della spesa sostenuta per i servizi comunali nel 2012, tanto per dare un ordine di grandezza.
In secondo luogo perché viene spesso utilizzato come una sorta di ricatto verso la città, accusando chi chiede chiarezza e responsabilità di poter, con le sue “polemiche”, “spaventare e far fuggire” il nuovo acquirente di ENCOR, impedendo così che la nuova società funzioni, produca reddito e quindi sia in grado di ripagare i debiti con le banche, perchè se così non fosse ricadrebbero sul Comune e quindi su tutti noi.
Noi, invece, pensiamo che le responsabilità del rischio attuale e futuro i correggesi si trovino a pagare totalmente o parzialmente questo debito siano da attribuire a chi, avendone formalmente il potere, ha creato questa situazione. E il solo fatto si dovere oggi in nostro comune correre questo rischio dimostra la grave irresponsabilità di chi ha governato.
Le lettere di patronage
ENCOR è stata costituita a fine 2006, con un capitale sociale di €100.000,00 (recentemente raddoppiato). Essendo ampiamente sotto-capitalizzata rispetto agli investimenti che si prefiggeva di attuare, cioè non avendo mezzi finanziari propri da utilizzare, è ricorsa ai prestiti bancari i quali, dato il loro cospicuo importo, sono stati garantiti da “lettere di patronage” emesse dal Comune.
Lo sappiamo tutti: quando le banche rilasciano un prestito richiedono anche delle garanzie per essere certe di rientrare in possesso dei soldi che prestano; poichè ENCOR non era in grado di fornirne, hanno chiesto al Comune di farsi garante per la propria Società attraverso lettere di patronage.
Si tratta di una forma di garanzia che impegna, seppure in modo minore rispetto alla fidejussione, il garante, in questo caso il Comune di Correggio. Esiste poi una differenza tra lettera di patronage “debole” e “forte”: la prima contiene solo generici impegni da parte del garante, senza assumersi obblighi diretti; la seconda è un impegno del patrocinante e fornisce garanzie sulla solvibilità del patrocinato.
(dalla relazione degli Advisors Vaccari e Beneforti)
Tale deliberazione del Consiglio Comunale è stata poi modificata il 26 novembre 2010 (delibera n.143), nel senso di consentire l’emissione di lettere di patronage da parte della Giunta Comunale, dandole anche la possibilità di emetterle “forti”.
Se ne deduce che le prime 5 lettere di patronage NON avrebbero dovuto essere FORTI e la Giunta Comunale NON aveva l’autorità per emetterle.
I mutui di ENCOR
(dalla relazione degli Advisors Vaccari e Beneforti)
Come si vede dall’elenco dei mutui richiesti da ENCOR e garantiti dal Comune che riportiamo sopra, nel tempo ENCOR ha chiesto mutui per circa 37 milioni. Ad oggi rimangono mutui per circa 28 milioni (relazione degli Advisors), garantiti dal Comune con lettere di patronage la cui tipologia è specificata nell’ultima colonna della tabella.
Sappiamo che si tratta di una questione controversa sul piano giurisprudenziale, sulla quale non vogliamo spacciarci per competenti giuristi quali non siamo. Per una approfondita disamina del significato e dell’uso di questa forma di garanzia rimandiamo alla lettura della citata relazione degli Advisors e delle contro-deduzioni dell’avv. Coli, legale di ENCOR e del Comune (entrambe pubblicate nella cartella I DOCUMENTI RACCOLTI del nostro sito).
E’ certo, tuttavia, che si tratta di una questione di GRAVISSIMA ENTITA' per il solo fatto che gli amministratori abbiano esposto in comune ad un rischio ESAGERATAMENTE ELEVATO rispetto alle proprie risorse, aggravato dal fatto che En.Cor è sempre volutamente stata tenuta fuori da qualsiasi controllo non solo politico ma anche degli stessi Revisori dei conti del comune, tenuti a vigilare sul Bilancio del comune.
Un RISCHIO CHE ANCORA C'È , come ha più volte riconosciuto anche il Sindaco.
Aggiungiamo che non ci tranquillizza leggere cosa prevedono le lettere di patronage:
(dalla relazione degli Advisors Vaccari e Beneforti)
Così come non ci fa una bella impressione constatare che, salvo la prima, tutte le altre lettere di patronage sono state firmate, per conto del Comune, dal Direttore Generale dott. Luciano Pellegrini e che erano finalizzate ad offrire garanzie a favore di ENCOR il cui Amministratore unico era il dott. Luciano Pellegrini.
Il rischio per i cittadini
Al momento della pubblicazione del bando di gara per la vendita di ENCOR e della successiva aggiudicazione, il Comune ha scritto alle banche creditrici sostenendo che la vendita della Società, obbligata da una legge, faceva cessare l'impegno di mantenerne la proprietà (previsto nelle lettere di patronage) da parte del Comune e, conseguentemente, le lettere di patronage cessavano il loro effetto.
Verrebbe da aggiungere – fra parentesi - che la legge in questione non obbligava i Comuni a vendere o mettere in liquidazione le proprie società partecipate con bilanci in pareggio o in utile. Sarebbe quindi bastato gestire ENCOR senza produrre bilanci in perdita per non incorrere in quest’obbligo.
Comunque, poichè il Sindaco NON ha comunicato che le banche hanno accettato di stracciare le lettere, ne deduciamo che le banche la pensano diversamente e sono convinte che si ANCORA VALIDA LA GARANZIA, data dal comune, della restituzione del debito.
Perché è vero che in teoria non solo i beni ma anche i debiti di ENCOR sono passati al nuovo proprietario, ma se per qualche ragione questi non paga?
A questo punto della vicenda crediamo esistano pochi dubbi sul fatto che quei 28 milioni di debito Encor li ha fatti (e il Comune li ha garantiti) per dar vita a un ambizioso progetto industriale che nei fatti si è dimostrato un fallimento tecnico.
Pensiamo, inoltre, sia lecito chiedersi: il Comune ha fatto tutto il possibile per “liberarsi” di queste lettere di patronage?
Ci chiediamo, ad esempio: perchè nel bando di gara per la vendita di ENCOR non è stata inserita, come condizione obbligatoria per l’aggiudicazione, l’ottenimento del gradimento delle banche creditrici, al fine dell’assunzione diretta da parte dell’acquirente del patronage (o di altre idonee forme di garanzia equivalenti) dei finanziamenti erogati?
Perché, invece, nel bando questa era solo una possibilità? Equiparata come punteggio “all’impegno, sorretto dalle garanzie che il Concorrente vorrà indicare in sede di offerta, a definire con gli Istituti di Credito idonei strumenti sostitutivi delle patronage estinte”.
Insomma, come si può facilmente capire, due opzioni a discrezione dell’aspirante acquirente, di peso totalmente diverso e invece valutate con lo stesso punteggio.
Siamo veramente curiosi di sapere per quale delle due ipotesi ha optato l’unico Concorrente, cioè Amtrade Italia.
Il Sindaco ce lo può dire?
Speriamo di sbagliarci, ma non fa propendere per la prima ipotesi il punteggio che la Commissione esaminatrice ha assegnato a questa specifica parte del Piano Economico Finanziario presentato da Amtrade in sede di gara: 10,50 punti su 35 disponibili, cioè 3 decimi. Un voto che se viene assegnato a uno studente per un esame non gli procura certo una promozione!
Siamo anche curiosi di sapere se almeno dopo l’aggiudicazione, prima che il contratto di vendita venisse firmato, il Comune ha fatto questo tentativo.
Con la delibera del Consiglio comunale n. 69 del 26 giugno 2013 (della quale ci siamo già occupati nella Petizione che ha dato vita al nostro Comitato) si è stati pronti e generosi (fin troppo!) ad accogliere “alcune proposte funzionali alla attuazione, al più completo sviluppo e alla
implementazione del Piano Industriale presentato in sede di gara” avanzate da Amtrade.
Non si poteva essere altrettanto solleciti e fermi nel chiedere che la nuova proprietà presentasse garanzie sostitutive di quelle del Comune e accettate dalle Banche creditrici?
Nel proprio sito il Comune pubblica la presentazione di Amtrade Italia srl che ha acquistato ENCOR e che è controllata da Amtrade Holding AG, società di diritto svizzero con sede a Zurigo, capitalizzata con 125 milioni di franchi svizzeri (circa 101 milioni di euro), che dovrebbero diventare 500 (circa 404 milioni di euro) entro il 2013.
E’ quindi ovvio che questa società potrebbe fornire le giuste garanzie alle banche creditrici.
Perchè il Comune non ha convinto o non prova ora a convincere l’aggiudicatario Amtrade Italia srl a spostare le garanzie dal Comune al proprio controllante, Amtrade Holding AG ?
Fra l’altro, sarebbe la miglior dimostrazione che la nuova proprietà crede davvero e intende impegnarsi fino in fondo nel progetto ENCOR.
S.7 - In programma 11 Centrali a Correggio
Riceviamo dal Comitato Ronchi per l'ambiente a Correggio, e pubblichiamo, questa informazione relativa alle centrali di produzione energetica in programma a Correggio.
CORREGGIO INVASA DALLE CENTRALI
Business per AMTRADE, inquinamento per i CORREGGESI
AMTRADE Italia srl a maggio 2013 si è aggiudicata il bando di gara per l’acquisto di Encor, fino a quel momento società comunale.
La nuova società, costituita nel 2012 a Bergamo, sta costruendo nuove centrali a cogenerazione (producono cioè energia elettrica e termica) e potenzierà quelle già esistenti in via Pio la Torre.
Dal piano industriale di AMTRADE pubblicato sul sito del Comune risulteranno a Correggio:
11 impianti per un totale di 10 MW ca. di potenza
• EVA, via Pio la Torre
3 centrali di gassificazione a pellet da circa 990 KW elettrici
2 impianti cogeneratori a olio vegetale da circa 990 KWe
• Centrale di Mandrio
1 impianto cogeneratore a olio vegetale 990 KWe
• Impianti via Gandhi (Espansione Sud - Fazzano)
3 centrali di gassificazione a pellet da circa 990 KWe
• Impianti via Fossa Faiella (San Biagio)
2 centrali di gassificazioni a pellet da circa 990 Kwe (pare sia subentrata un’altra società privata: la GMP BIOENERGY, ma al momento non abbiamo informazioni certe)
• 1 (Espansione Sud-Fazzano?) Impianto di pellettizzazione per la produzione di 70.000 ton./anno di pellet (180.000 ton./Anno di legna umida necessaria)
• 1 RETE DI TELERISCALDAMENTO da realizzare su suoli già urbanizzati!
Perché tutte queste centrali a Correggio? Non bastavano le presenti unite agli impianti a Biogas di San Prospero, San Biagio e Mandrio, con il loro impatto ambientale?
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Dal piano finanziario di Amtrade, 1 sola Centrale a pellet da 999 Kwe genera:
• Consumo pellet 4.185 ton/anno
• Consumo gasolio 159 ton/anno
• Consumo urea per abbattimento NOx (ossidi di azoto) 60 ton/anno
• Produzione acqua di processo da smaltire 300 ton/anno
• Ceneri da smaltire 150 ton/anno
• MARGINE DI GUADAGNO DI AMTRADE 751.800,00 €/anno
• MARGINE QUALITA’ DELL’ARIA E NOSTRA SALUTE ????
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• Tutti gli impianti non superano i 999 Kw, ma gli impianti sono affiancati a gruppi di 2 e 3!
Perché non si calcola la potenza complessiva? E il conseguente inquinamento?
• Vista la potenza complessiva, verrà rispettato il protocollo di kyoto sulla riduzione di gas serra?
Verrà rispettata la filiera corta?
• Queste centrali immettono inquinanti come CO2 NOx PM10 idrocarburi policiclici aromatici, diossine, inquinanti non monitorati come formaldeide, benzene, butadiene e ci sono molti dubbi sulla riduzione delle emissioni di gas serra, soprattutto in assenza di valutazioni di impatto ambientale che calcolano anche le emissioni derivanti dalla produzione e dal trasporto della biomassa necessaria (pellet, legna, oli ecc.). (Dott. Federico Valerio, INRC stituto Nazonale Per La Ricerca Sul Cancro, Genova)
• Correggio rientra tra le aree di superamento dei PM10. La Deliberazione della Giunta Regionale 362/2012 consente nuovi impianti a biomasse solo se non aumentano le emissioni di PM10.
• L’esperienza recente su altri impianti a biomasse e biogas insegna quanto sia difficile per i cittadini ottenere dei controlli effettivi sulle emissioni, o sulla natura e provenienza delle biomasse conferite.
• Il meccanismo degli incentivi statali ha portato a una distorsione del mercato delle biomasse e del biogas rispetto agli obiettivi prefissati di riduzione dei gas serra e sostenibilità delle fonti energetiche. Le aziende private cercano legittimamente il massimo profitto. Ma i cittadini che prezzo pagano?
Il comune di Correggio ha informato i cittadini con una documentazione approssimativa rispetto alla sostenibilità del progetto e ai costi ambientali indotti alla collettività.
Chiediamo un confronto pubblico su questi temi con l’amministrazione e l’azienda,
e invitiamo i cittadini a una forte mobilitazione, per capire e prendere parte a decisioni tanto importanti per il nostro territorio.
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CHI CONTROLLA IL BIOGAS E IL DIGESTATO?
Già 6 centrali nelle campagne di Correggio
Con il termine BIOGAS s’intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte, 50% - 80% metano) prodotto dalla fermentazione batterica in assenza di ossigeno (anaerobica) dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o fanghi di depurazione, scarti dell'agro-industria. Dopo la fermentazione, nel digestore rimane il digestato, che viene sparso sui campi. Da tempo ricercatori tedeschi e svedesi studiano i rischi microbiologici del digestato, l’inquinamento della terra e delle falde acquifere, i rischi sulla salute animale e umana.
• Chi garantisce la provenienza dei materiali che entrano nei digestori?
• Chi controlla lo smaltimento del mais con Aflatossina B1 (cancerogena)?
• Che controlli vengono effettuati nella terra e nelle falde, dopo lo spargimento del digestato?
Da quanto ci risulta nessuno sta monitorando queste attività.
COMITATO RONCHI per l’ambiente Correggio
Comitato di cittadini per la tutela della salute e dell’ambiente.
Contattaci su FB e per mail: nobiogasbiomassa@gmail.com
S.8 - I responsabili del disastro En.Cor sono anche stati premiati !
I responsabili della disastrosa gestione di En.Cor
sono anche stati premiati
per aver raggiunto gli obiettivi !
Tutti gli anni il Comune di Correggio, come tutti i Comuni, stabilisce gli obiettivi da raggiungere l’anno successivo: al raggiungimento di questi è legata la parte variabile dello stipendio dei dirigenti (premio di risultato).
PREMI A DAVIDE VEZZANI, in qualità di Direttore Tecnico di ENCOR
Il Comune di Correggio stabilì, nel 2011 per il 2012, che En.Cor aveva l’obiettivo di “potenziare la capacità produttiva”, cioè costruire e avviare 4 nuove centrali di cogenerazione.
Bisogna sapere che i bilanci dell’attività caratteristica (cioè il business principale) della società erano stati fino a quel momento i seguenti:
• Anno 2008: perdita di € 222.992
• Anno 2009: perdita di € 371.810
• Anno 2010: perdita di € 559.083
• Anno 2011: perdita di € 2.114.537 (ovviamente al momento della definizione degli obiettivi questo dato si conosceva solo come ordine di grandezza)
Al 2011, inoltre, i mutui contratti da ENCOR con le banche erano già di € 36.932.000
(tutti i dati riportati sono disponibili nel documento degli advisor incaricati dal Comune e pubblicato sul nostro sito).
Di fronte al fatto che, dopo 5 anni di attività, la società non solo non aveva generato utili ma anzi aumentato le perdite, la governance di ENCOR - nelle persone di Marzio Iotti (sindaco del Comune, che in quel momento possedeva al 100% la s.r.l.), Luciano Pellegrini (amministratore unico) e Davide Vezzani (direttore tecnico) - non ritenne che l’obiettivo fosse far funzionare meglio quello che aveva già impiantato, ma decise di investire altri soldi nella costruzione di 4 nuove centrali.
Il potenziamento della capacità produttiva di En.Cor lo ritroviamo nel Piano degli obiettivi del Comune di Correggio, come obiettivo dell’ing. Davide Vezzani per il 2012.
(l’estratto di questo Piano è da noi pubblicato qui nella pagina “I documenti raccolti”, sezione “Altri documenti”).
Vogliamo evidenziare i seguenti punti e porre alcune domande:
1. Il Direttore tecnico di ENCOR era all’interno dell’elenco dei dirigenti premiabili. Come mai, visto che era dipendente di una società di diritto privato e non del Comune?
2. L’eventuale premio da chi è stato elargito: dal Comune o da ENCOR?
3. Qual è stato l’ammontare del premio per il 2012 e come è stato determinato?
4. Nella relazione conclusiva si sostiene che gli obiettivi di ENCOR sono stati parzialmente raggiunti. Non ci pare proprio, dal momento che nessuna delle attività previste dagli obiettivi è stata attuata: l’avvio dei lavori per la centrale di via Gandhi è avvenuto nell’ agosto 2013, tutte le altre sono ancora da iniziare.
5. L’ing. Vezzani ha ricevuto premi anche negli anni precedenti il 2012, elargiti da ENCOR o dal Comune di Correggio?
PREMI A LUCIANO PELLEGRINI, Direttore Generale del Comune di Correggio
e Amministratore Unico di ENCOR dal 2007 a giugno 2013.
Il dott. Luciano Pellegrini si è dimesso dall’incarico di Direttore Generale del Comune di Correggio il 28 agosto 2013.
Le dimissioni sono state accettate dal Sindaco Marzio Iotti che le ha collegate, in dichiarazioni alla stampa, non tanto ai risultati (davvero disastrosi) ottenuti come amministratore unico di ENCOR (dal 2007 al 2013), ma al “clima avvelenato” creatosi intorno a questa vicenda.
Pellegrini rimarrà comunque al proprio posto fino al 31 dicembre 2013.
Il dott. Pellegrini dal 2010 percepisce dal Comune una retribuzione lorda di € 142.592,
comprensiva di un “premio di risultato” di ben € 32.592 (fonte: sito web del Comune di Correggio).
Il Sindaco ha in passato sostenuto sulla stampa - di fronte a chi faceva notare che tale retribuzione era più o meno analoga a quella del Direttore generale del Comune di Reggio e superiore di quasi 50.000 euro a quella del Direttore del Comune di Scandiano – che “il dott. Pellegrini … è anche amministratore unico di En.Cor”; dal che si deduce che questo super premio è dovuto anche alla sua “eccezionale” performance alla guida della società En.Cor s.r.l.
Chiediamo al sig. Sindaco
(e siamo sicuri che le risposte interessino molto anche agli altri correggesi):
1. Se le dimissioni di Pellegrini erano dovute solamente “al clima avvelenato” (e quindi a insinuazioni infondate sulla sua gestione di ENCOR), perchè il Sindaco le ha accettate immediatamente?
2. Quale giudizio dà l’amministrazione comunale dell’attività di Pellegrini in qualità di Amministratore Unico di ENCOR?
3. Al momento di lasciare l’incarico, a fine anno 2013, il dott. Pellegrini percepirà nuovi premi e/o una buona uscita?
S.9 - Emergono nuovi dati su Amtrade Holding
Zug è il più piccolo cantone della Svizzera ed ha i più bassi livelli di tassazione.
Per questo è sede di un grosso numero di società che hanno nella piccola cittadina capitale del cantone solo il quartier generale (fonte Wikipedia).
Emergono nuovi dati su Amtrade Holding.
Amtrade Holding AG è proprietaria di Amtrade Italia srl, la società che ha acquistato En.Cor srl.
(Vedi scheda “Ancora nella nebbia” n.10)
Nella “Presentazione di AMTRADE Holding AG” pubblicata sul sito del Comune, si legge che “è stata capitalizzata con un importo totale di 125 milioni di franchi svizzeri (circa 101 milioni di euro), ed è previsto un aumento entro fine 2013 fino a 500 milioni di franchi svizzeri”.
Mentre nella interrogazione parlamentare dell’On. Giovanni Paglia (SEL) – si attribuisce alla società svizzera un capitale sociale di 1 milione di franchi svizzeri (circa 810.000 €).
Siccome lo stesso sindaco Marzio Iotti ha consigliato “di non fermarsi alla superficialità, ma di approfondire, documentarsi, conoscere meglio... Solo così si può essere davvero intellettualmente onesti”, abbiamo approfondito questa differenza.
Anche perché il capitale sociale indicato dal comune è cifra davvero consistente, in grado di tranquillizzare le banche creditrici verso En.Cor.
Così ci avevamo costruito sopra un ragionamento: perché il Comune non chiede ad Amtrade Holding di subentrare alla sua controllata italiana (il cui capitale sociale di 10.000 euro invece fa ridere) nel garantire il debito di 28 milioni di euro verso le banche?
Insomma, ci eravamo fidati di un documento ufficiale pubblicato dal sito web del Comune.
E invece no, abbiamo controllato e abbiamo dovuto constatare che ha proprio ragione l’on. Paglia, come risulta dalla visura del REGISTRO DI COMMERCIO DEL CANTONE DI ZUGO dove ha sede la società.
(vedi nostra pagina “I documenti raccolti” scheda “Amtrade Italia e Holding”)
Un capitale di 1 milione è molto diverso da 125 milioni: non e’ proprio la stessa cosa!
Non solo, da altri documenti raccolti (vedi come sopra), abbiamo anche appreso che ora Presidente della Amtrade Holding non è piu l’Ing. Riccardo A. Friedl, di cui la documentazione pubblicata dal Comune presenta un prestigioso curriculum.
Da un paio di mesi la società Amtrade Holding Ag e’ amministrata dal signor Matteo Coveri, cittadino svizzero residente a Zurigo.
“Il signor Matteo Coveri - scrive l’On. Paglia nella sua interrogazione - risulta essere omonimo dell’uomo d’affari svizzero Coveri Matteo, già arrestato a Panama nel 2010 per reati, a quanto si conosce, connessi al riciclaggio e alla truffa, e poi nuovamente in Croazia nel 2011, su richiesta dell’Interpol e poi rilasciato dalle locali autorità nel 2012”.
Non ritiene il Sindaco di dover fare anche lui qualche approfondimento? E di doverne poi dare conto ai cittadini? Giusto per essere “ intellettualmente onesti”.
S.10 - Encor non paga e le Banche ci chiedono i milioni sprecati !
Encor non paga e le Banche ci chiedono i milioni sprecati !
I rapporti con gli Istituti Bancari che hanno erogato prestiti ad Encor sono sempre stati tenuti segretati dal Sindaco. Sindaco che ha soltanto esposto la propria versione fondata su due affermazioni:
A. “sono le banche che hanno investito e rischiato” (quindi cavoli loro);
B. “le lettere di patronage sono solo un impegno morale ...” (e quindi ... non siamo obbligati a pagare).
Da questa cortina fumogena con cui è stato protetto il vero stato delle cose, sono trapelati due passaggi nodali, sempre soltanto grazie a informazioni raccolte da quotidiani locali.
Il primo passaggio riguarda la diffida che le banche avevano espresso al Comune,
ancor prima della vendita di Encor, per affermare che le lettere di patronage sarebbero state comunque valide e che vi erano i presupposti anche per chiedere l’annullamento della vendita stessa!
Si vedano in tal senso le lettere pubblicate su “La Nuova Prima Pagina” di venerdì 27 settembre 2013 nella nostra rassegna stampa.
Poi sono intercorsi altri scambi con le Banche, su cui sono trapelate soltanto indiscrezioni.
Ma in questi giorni è emerso il secondo passaggio nodale, oggi noto.
E cioè che la Banca di San Felice sul Panaro chiede al Comune la restituzione degli 11 milioni, circa, da lei prestati ad Encor.
Anche in questo caso l’informazione ci perviene dalla stampa locale.
A quanto pare, nella seconda metà di ottobre, lo Studio legale Della Fontana, con l'incarico di tutelare gli interessi della Banca Popolare San Felice sul Panaro, ha inviato al Comune di Correggio formale richiesta di restituzione (incasso o escussione) di 11 milioni, circa, di capitale residuo da rimborsare e relativi interessi.
Dalla intervista che l'avvocato Della Fontana ha rilasciato a "La Nuova Prima Pagina" del 7 Novembre, veniamo a conoscenza che Encor non paga le rate del mutuo da quando è stata venduta ad Amtrade Italia srl.
E siccome Encor non paga (anche questa è bella!) la Banca si rivale sul Comune perchè ritiene infondate e pretestuose le ragioni di estinzione delle garanzie e quindi concede i classici 7 giorni per provvedere al pagamento dei sopraddetti 11 milioni, poi ricorrerà per vie legali.
Scopriamo che in seguito a ciò il Comune, con delibera della Giunta n. 95 del 25/10/2013 (vedi alla sezione “I documenti raccolti”) all'interno di una generica definizione e ben nascosto tra le righe, per non dare nell'occhio, incarica l'avvocato Coli e il prof. Bertolani di seguire questa pratica.
Possiamo presumere che la linea di difesa del Sindaco sia quella di "non dover pagare".
Contestualmente, apprendiamo, sempre da quotidiani locali, che un revisore dei conti del comune, dott.ssa Alessandra Pederzoli, visto il contenzioso aperto e dato il suo incarico di Revisore anche della banca San Felice, ritiene di ritrovarsi in conflitto di interesse e sceglie di rimanere Revisore della Banca, e si dimette da revisore del comune di Correggio.
Apprendiamo anche che martedì 5 novembre è stata convocata una riunione d'urgenza della commissione Affari Generali del comune per informare su questi sviluppi, quindi anche tutti i partiti presenti in Consiglio comunale sono stati messi al corrente di questa evoluzione, ma tutto tace.
Dato che sono trascorsi i sette giorni concessi dall'avvocato Della Fontana, possiamo dire che
il nostro Comune è di fatto in causa con la Banca di San Felice sul Panaro.
Con questo ultimo episodio il sindaco di Correggio e il suo entourage dimostrano definitivamente, ma si era già capito, la loro intenzione di gestire l'affare Encor nella più spudorata riservatezza, sprezzanti sia verso la legittima richiesta di trasparenza che i cittadini di Correggio stanno chiedendo, sprezzanti verso la legittima richiesta dei fornitori di Encor (le banche in questo caso) di avere restituiti i denari prestati e soprattutto irresponsabilmente sprezzanti del pericolo che stanno facendo correre al nostro Comune, e quindi a noi cittadini, di dovere "perdere" altri 28 milioni di euro oltre ai 5 già persi. Il che sarebbe una catastrofe che peserebbe per alcuni decenni sulla nostra città, peggio di un terremoto.
E' soltanto grazie ai quotidiani locali che veniamo a conoscenza di quanto è successo negli ultimi 15 giorni; e anche noi cerchiamo di fare la nostra parte al servizio di una corretta informazione.
Per riassumere, per fare un po’ di chiarezza,
limitatamente al rapporto con le Banche, rimandando per il quadro generale alla varie sezioni di questo nostro sito,
nella nebbia traspare che:
1. Già prima che il Comune vendesse Encor, le Banche avevano ribadito il loro diritto a fare valere comunque l’obbligo derivante dalle lettere di patronage, ed anche la possibilità di contestare la vendita stessa.
2. Il comune ha cercato di evitare o di rimandare il contenzioso con le Banche sperando che Encor pagasse le rate dei vari mutui in essere.
3. Encor non ha pagato, e pare che lo stesso Comune non abbia pagato la rata di marzo!
4. La Banca di San Felice sul Panaro ha dato mandato al proprio avvocato di adire per vie legali, chiedendo la restituzione dei circa 11 milioni di euro prestati.
5. E’ probabile che anche la altre due Banche creditrici di 17 milioni, circa, seguano lo stesso iter.
6. Il sindaco - non informa per niente - ma fa trapelare il suo solito punto di vista che consiste nel minimizzare, contando di cavarsela con cavilli legali. Ma il fatto è che sono soldi nostri, non suoi. Noi non siamo così tranquilli di trovarci in queste mani.
7. Rimane confermata l'enormità del fatto: con Encor sono state mandate in fumo decine di milioni di euro, le spese le pagheranno le banche o noi cittadini di Correggio, ma i responsabili - di dimostrata incompetenza - sono ancora lì a tessere le fila, e
8. I responsabili - di dimostrata incompetenza - sono ancora lì a fare di nascosto le scelte, con il patrimonio pubblico, sulla nostra pelle, e
9. I Responsabili - di dimostrata incompetenza - spudoratamente non rendono conto nemmeno oggi di quello che stanno facendo, dimostrando arroganza tipica di chi presume di potere non rendere conto di quello che fa e dimostrando disprezzo per i fondamentali valori etici, morali e democratici di questo paese e dimostrando malafede e disprezzo per noi cittadini, dato che falsamente finge di informare, mentre spudoratamente se ne guarda bene.
Il nostro Comitato Via la Nebbia in data 31 ottobre 2013 ha presentato formale richiesta al Comune
per avere accesso alla corrispondenza con gli Istituti di Credito in relazione al caso Encor.
Terremo i cittadini informati sui tempi e sugli esiti di questa nostra richiesta.
S.11 - Encor ha perso più di 7 milioni di euro ... chi li ha pagati ?
Nel solo 2012 En.Cor ha perso 3 milioni e 871 mila euro!
Finalmente veniamo a conoscenza del Bilancio 2012 di En.Cor srl, che il Comune non ha mai reso pubblico, alla faccia della trasparenza! Il Bilancio è reperibile sul sito della Camera di Commercio dal 5 dicembre scorso, ed ora pubblicato anche qui sul nostro sito nella pagina "I DOCUMENTI RACCOLTI"
Nel solo 2012 una Perdita di 3.871.613 euro !
Come si può vedere la società, ancora controllata dal Comune di Correggio, nel 2012 ha perso 3.871.613 euro.
Persi più di 7 milioni di euro dal 2008 al 2012 !
Se alla perdita del 2012 aggiungiamo i 3.268.422 euro, persi dal 2008 al 2011 (vedi relazione Advisors pag.10, nella pagina dei Documenti Raccolti), arriviamo ad un totale di perdite di 7.140.035 euro.
Perché dunque non è fallita ?
Perché allora non è fallita, visto che la perdita è superiore al 100% del capitale sociale (in verità è il 3.871 % del capitale sociale) ?
Perché il Comune ha conferito 3.690.000 euro di terreni
Perchè, provvidenzialmente, il Comune di Correggio ha conferito, a titolo gratuito, nel dicembre 2012, terreni di proprietà comunale per 3.690.000 euro: come è spiegato nella nota integrativa al bilancio a pag. 14, dettaglio qui allegato. Questo valore è andato a compensare la perdita d’esercizio.
Rinnoviamo la domanda: chi ha pagato le perdite di En.Cor ?
Lo chiediamo di nuovo al sindaco e agli amministratori che hanno governato Correggio.